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Orari:
4 MARZO - 9 APRILE
DOM 7 MARZO | H 10.00-12.30, 16.00-18.00
MAR-SAB | H 10.00-12.30, 16.00-19.30 |
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galleria stefano forni
Piazza Cavour, 2
inaugurazione con l'autore:
mercoledì 3 marzo - H 17.30
incontro con l'autore:
venerdì 5 marzo - H 17.30 - Librerie.Coop Ambasciatori |
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Nato nel 1954 Lorenzo Mattotti è tra i grandi autori contemporanei, un disegnatore eclettico che del cambiamento ha sempre fatto la propria poetica espressiva. Che si tratti di storie o vicende da narrare, di ossessioni da indagare o committenza da soddisfare, Mattotti cerca sempre nuove strade che possano stimolarlo nella creazione e, se possibile, mostrargli nuove visioni da interrogare per capire se stesso e la realtà che lo circonda. Instancabile creatore di immagini e di immaginario, Mattotti ama cambiare e sperimentare anche con linguaggi e tecniche diverse: disegni sul taccuino, fumetto, illustrazione, pittura, con cui cerca di raccontare con e oltre la singola immagine.
Nei tanti suoi fumetti, siano essi dipinti con la ricchezza cromatica dei pastelli (primo fra tutto l’insuperabile Fuochi del 1984 che ha mostrato le enormi potenzialità evocative del fumetto) o siano graffiati e incisi con il tremolio del pennino, il paesaggio è sempre una presenza centrale. Che si tratti della pianura umida che avvolge le avventure di Huckleberry Finn, delle praterie verdeggianti e oniriche de La zona fatua o dei neri grovigli di Chimera, il paesaggio è spesso protagonista non solo nella descrizione dell’ambiente ma anche per lo strato emotivo e drammatico che restituisce al racconto.
Questa propensione di Mattotti deriva da una sensibilità e un piacere che ha le sue radici nella sfera personale. Il paesaggio ha a che fare con uno sguardo che butta l’ancora all’orizzonte in quello spazio dove il vedere si fa pensiero rivolgendosi verso l’interiorità. Come nel fumetto anche nell’illustrazione e nella pittura questa propensione narrativa e introspettiva ritorna, anzi si esaspera per la necessità di distillare in una figura tutta la forza evocatrice che può derivare dal segno e dalla materia del disegno. Ecco allora che il cambiamento della tecnica, sia essa carbonicino, pastello grasso, pennello a china, pittura a olio o acquarello su carta nepalese, diventa la giusta messa a fuoco per l’interpretazione di quello spazio di realtà. Dalle illustrazioni per Il padiglione sulle dune di Stevenson, ai taccuini di viaggio di Ankor, dalle melodie visive di Nell’acqua, agli straordinari appunti in cinemascope dalla Patagonia, il paesaggio in Mattotti si fa contenitore e contenuto, personaggio e protagonista, di un racconto che mette sempre al centro il filtro dell’artista che guarda, distilla e riproduce.
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a cura della galleria stefano forni |
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