Dopo Fucili (2004) racconto apocalittico con toni allegorici che vede coinvolti un esercito di bambini e stranieri e dopo Brodo di niente (Canicola, 2007) il libro provocatorio che apre nuovi scenari su un’Italia coinvolta in una disastrosa guerra intestina e dai risvolti bizzarri, Andrea Bruno attraverso il suo stile fatto di macchie di china e forti contrasti di bianco e nero, continua il suo percorso artistico con Sabato tregua (Canicola, 2009), una nuova storia di marginalità che si svolge in una provincia italiana fredda e malsana narrata con un realismo cupo e visionario che richiama alla memoria le pellicole del regista ungherese Bela Tarr.
Nato nel 1972, Andrea Bruno pubblica storie a fumetti da quasi ventanni e i suoi lavori sono apparsi su numerose riviste e antologie italiane e internazionali, tra le altre: "Mano", "Le cheval sans tête", "Plaque", "Strapazin", "Babel", "Rosetta", "Forresten", "De Brakke Hond". Dopo il premio Attilio Micheluzzi "Nuove strade" al Napoli Comicon e il premio "Lo straniero", nel 2007 è premiato come “Miglior autore unico” a Lucca comics. Ha esposto in diverse mostre in Italia e all'estero (Bologna, Perugia, Lucerna, San Pietroburgo, Stoccolma, Buenos Aires).
Sabato tregua è un volume di grande formato (30x42) che nasce dalla volontà di lavorare con particolare attenzione sulle possibilità del disegno e la resa di stampa, e con il desiderio ideale di ricollegarsi alla tradizione del fumetto che come linguaggio è nato sulle grandi pagine dei quotidiani. La vicenda ci mostra paesaggi di provincia interpretati da uno stile grafico potente che attraverso ambienti e personaggi narra una dismissione industriale, dei rapporti umani e della comunità stessa, che sono una vivida lettura della nostra contemporaneità. Queste le parole dell’autore a riguardo: “Non ci sono messaggi precisi, piuttosto la scelta, decisiva, di un punto di vista volutamente defilato e periferico rispetto alla società che viviamo. Provo a togliere quel coperchio costituito dal benessere, dalle mode e dai costumi imperanti per mostrare paesaggi e relazioni ridotti all’essenziale. La denuncia è indiretta, sta più nei presupposti che in ciò che scelgo di mostrare. Preferisco la visione periferica. Razzismo e ineguaglianze nei miei fumetti non vengono denunciati ma appaiono come fatti naturali, per così dire ‘normali’. L’effetto, forse, è di renderceli ancora più odiosi. Sono fatti che fanno parte della nostra realtà, temi che io non scelgo di affrontare di petto, ma che ‘passano’, credo, per il semplice fatto di raccontare delle storie e di vivere in questo Paese”.
La mostra, in collaborazione con la galleria Miomao di Perugia, si terrà presso la gallera Fragile Continuo dove saranno esposte le tavole originali di grande formato dell’autore catanese da anni residente a Bologna.