David B.| Hasib e a regina dei serpenti


Libro del mese | Settembre 2019

Hasib e la Regina dei serpenti è la rielaborazione a fumetti, ad opera di David B., di parte de Le mille e una notte. Una storia di storie, in cui eroi, creature mitologiche e persone comuni raccontano e si raccontano, mischiando epica e avventura, mito e quotidianità, fughe rocambolesche e grandi imprese.
Con tutta la continua invenzione di segni e disegni a cui David B. ci ha da sempre abituato, Hasib  è un fumetto che si fa mangiare con gli occhi ed esplode i mille colori e soluzioni narrative che esaltano la narrazione rendendola più di un semplice adattamento (o peggio, di una “riduzione”) a fumetti.
Da Hasib trasuda il gusto per le storie pure, raccontate perché è bello leggerle e raccontarle.

link e approfondimenti


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Selezione a cura di Banana Oil


La nuova isola del tesoro, di Osamu Tezuka
2018, Rizzoli Lizard

Se ti è piaciuto Hasib perché ti piacciono le storie di mirabolanti avventure, nelle quali pagina dopo pagina succedono cose sempre più incredibili, allora leggi anche La nuova isola del tesoro di Osamu Tezuka.
Pete corre sulla sua macchina tanto veloce che quasi investe un cagnetto, riesce a fermarsi in tempo e i due diventano amici, ma non c’è tempo per pensare: la nave sta partendo e lui deve imbarcarsi a tutti i costi. Ha infatti trovato tra i documenti del padre quella che sembra essere una mappa del tesoro e il richiamo dell’avventura è irresistibile. Da qui si susseguiranno ammutinamenti, tradimenti, l’arrivo dei pirati con il temibile capitano Boar, il naufragio sull’isola, fiumi impetuosi e bestie feroci, tribù di cannibali, Tarzan…
Dalla dinamica sequenza d’apertura fino alle chiacchiere su come si accende un fuoco senza fiammiferi, ogni pagina trasuda un genuino senso fantasia. Sembra che le vicende si rincorrano libere da ogni vincolo costruendo un pastiche di personaggi e immaginari. E quindi abbiamo navi moderne e galeoni, bambini che guidano automobili, cani-folletto, pirati, tesori nascosti, Tarzan, indigeni cannibali… Tutto è votato all’avventura, alla meraviglia, a una leggerezza intesa come genuina freschezza.

Il Dio vagabondo, Fabrizio Dori
2018, Oblomov

Se ti è piaciuto Hasib perché ti piacciono le leggende dei tempi antichi, quando divinità e grandi eroi solcavano questa Terra, allora leggi anche Il Dio vagabondo.
Eustis è un fauno. O meglio, era un fauno. Una scappatella alla rincorsa di una ninfa lo ha condannato a perdere la propria faunitudine e a diventare umano (per quanto immortale). È così destinato a vivere nel mondo comune, rimpiangendo i tempi andati delle bevute e delle feste con Dioniso e Pan. Ma qualcosa sta per cambiare, forse c’è una possibilità per riottenere il proprio status (e le proprie corna e orecchie a punta).
Inizia così una grande quest alla ricerca di Ade. I compagni di viaggio: un vecchietto, studioso di miti e leggende, e un soldato greco morto senza poter mai provare il suo valore.
La struttura del racconto è il tipico viaggio dell’eroe, con il carisma e il tono generalmente divertito della storia a spingere il lettore pagina dopo pagina. Fabrizio Dori reinterpreta i vecchi dei e li sbatte nel mondo comune, con tanto di Ares versione iperRambo costretto a sessioni di terapia per gestire la sua aggressività, ma è nel disegno che il volume dà il meglio di sé: colori sgargianti si alternano al freddo di notti senza stelle, il tratto che si fa ora più giocoso, ora più citazionista, ora più malinconico o aggressivo.
Il Dio vagabondo è un bel viaggio, che funziona e convince nonostante la premessa tutto sommato esile, capace di emozionare e colpire, tanto per qualche passaggio particolarmente ben riuscito quanto per un impatto visivo quasi sempre notevole.

 

House of mystery, di Bill Willingham e Matthew Sturges
2008-2011, Planeta DeAgostini (8 volumi)

Se invece ti è piaciuto Hasib perché è una storia di persone che raccontano storie, nelle quali altre persone raccontano altre storie, in un continuo gioco di scatole cinesi, allora leggi anche House of mystery.
Questa casa misteriosa (in realtà una locanda), apparentemente appartenuta in origine a Caino, si trova in una sorta di crocevia dimensionale, e viaggiatori, esploratori e in generale avventori da ogni universo ci si fermano per riposare, bere qualcosa e, soprattutto, scambiarsi storie. Perché non si paga, nella House of mystery. I soldi sono le storie. Così se ordini una birra dovrai raccontare qualcosa.
C’è anche chi ci rimane intrappolato, come la nostra protagonista, in questa locanda interdimensionale: non se ne può andare senza un passaggio dal cocchiere di un’occulta associazione segreta. E questo dà il via a tutta una trama incasinatissima che, soprattutto nella seconda metà, si fa inutilmente intricata e, a dirla tutta, poco interessante. Ma l’altra metà del quadro, quella dei clienti che pagano in storie, funziona e cattura. Ogni storia è realizzata da un diverso fumettista della scena indipendente americana e, se anche non tutte sono notevoli qualitativamente, pur con qualche picco di fantasia particolarmente riuscito, si respira quell’aria da avamposto di frontiera dove tutto è possibile e dove scambiarsi racconti e informazioni è bello e utile.

 

Sharaz-de, di Sergio Toppi
2017, Nicola Pesce Editore

Se ti è piaciuto Hasib semplicemente perché ti piace Le mille e una notte, allora leggi anche Sharaz-de, adattamento realizzato da uno dei fumettisti più bravi di sempre.
C’è in realtà poco da dire su Sharaz-de: basta sfogliarne le pagine per rimanerne folgorati (non che sia una sorpresa: il talento di Toppi è ben noto). Una miriade di segni invade gli occhi del lettore, con tavole di una bellezza al contempo melliflua e statuaria. Non c’è gabbia, i disegni fluiscono liberi in composizioni via via più ardite, evocative, potenti, belle (per usare un termine che potrebbe suonare riduttivo). In Sharaz-de c’è tutto il fascino dei miti dei tempi andati, del racconto e della tradizione orale, delle leggende di grandi re e delle loro peripezie.
La bella nuova edizione di Nicola Pesce Editore rende giustizia a un libro tanto visivamente straordinario. Ma se proprio si volesse risparmiare, ne esiste una versione economica per Editoriale Cosmo che fa comunque il suo dovere (per quanto il formato ridotto penalizzi non poco le tavole di Toppi, che più grandi sono più ci si può tuffare). In entrambi i casi, Sharaz-de è un must have.

 

Les Incidents de la Nuit, di David B.
2002, Coconino Press – Fandango

Se ti è piaciuto Hasib per la proliferazione delle storie o perché è capitato anche a te di inseguire la verità (o un barlume di senso) di avventura in avventura, di libro in libro, correndo il rischio di perdere la strada tra le pagine e gli scaffali, allora il tuo libro è Les Incidents de la Nuit. Per il nostro autore questa bizzarra autofiction è quasi una dichiarazione di poetica. Esplorando librerie antiquarie, David scopre le tracce di un complotto che ruota intorno a Travers, ufficiale napoleonico che forse è riuscito a gabbare la morte, e a una fantomatica rivista, “Les Incidents de la Nuit”. Ma quando si entra nei terreni dell’immaginario ogni confine diventa labile, antiche minacce risalgono i millenni, le librerie diventano territori selvaggi e sconfinati e si rischia davvero la vita. Il finale è aperto, e in effetti la storia ha avuto un seguito che attende di essere tradotto in italiano, eppure nulla ci sarebbe da aggiungere al suo significato. Incubo bibliofilo, avventura surrealista, divagazione parigina meditazione sulla lettera “N” e riflessione sul genocidio, la mortalità e il potere, Les Incidents è un piccolo libro che contiene mondi. Perché, come è scritto proprio nelle Mille e una notte, “la verità non è in un sogno, ma in molti sogni”.