Guido Buzzelli

in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Bologna, Coconino Press – Fandango

Esiste una geografia del fantastico, oltre che una storia, che ci rivela come questo sia uno strumento privilegiato per cogliere l’anima di un popolo, di una cultura. Così, a leggere i fumetti di Guido Buzzelli è impossibile non pensare alle visioni dantesche, alle allucinazioni del Manierismo, all’anelito tanatologico del Barocco, ma anche alla miseria umana e alle sevizie che subisce Pinocchio o allo straniamento che percorre tanto nostro immaginario, da Ariosto a Savinio, da Buzzati a Fellini.
Non poteva mancare, in una esplorazione dei diversi modi di fare il fantastico, un autore come Buzzelli, che dal 1967 – anno di uscita del suo capolavoro La rivolta dei Racchi – ha dato il via a una sequenza di storie memorabili per impatto visivo, originalità narrativa, lucidità nel raccontare il presente di allora (e di oggi).

mostra


Anatomia delle macerie24 ottobre - 25 novembre | Accademia di Belle Arti di Bologna ( CHIUSO giovedì 1 novembre & venerdì 2 novembre )Inaugurazione martedì 23 ottobre h 18

Il denominatore comune delle storie di Guido Buzzelli è l’impotenza, esito di una doppia condanna: da una parte l’impossibilità di avere il controllo sulla realtà, che rimane inconoscibile; dall’altra la pochezza di noi uomini, attaccati alle miserie di desideri, di ambizioni piccine, di corruzioni che si annidano come metastasi anche nei più piccoli gesti. 

Buzzelli è un osservatore acutissimo delle storture del mondo (il suo, ma anche il nostro), e risponde a questo immobilismo esistenziale con uno stile dinamico, con la resa perfetta dei corpi, con una narrazione vorticosa e zigzagante, con un gusto per la deformazione e il grottesco che ha lasciato tracce in autori come Jacovitti e Altan.

La mostra attraversa, con oltre settanta tavole e un buon numero di bozzetti, il mondo di macerie in cui abitano i personaggi di Buzzelli, tracciando un percorso che tra distopie, ibridazioni, allucinazioni e denuncia sociale, farà  riscoprire lo sguardo insieme lucido e visionario di un grande maestro.

convegno


con Matteo Stefanelli, Vittorio Giacopini, Maria Rita Bentini, Marco Corona
introduce Enrico Fornaroli
modera Emilio Varrà
in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Bologna, Coconino Press – Fandango

biografia


Guido Buzzelli è nato a Roma nel 1927, figlio di un pittore. È stato uno dei grandi maestri del fumetto italiano, ma anche uno straordinario pittore e illustratore. Seguì gli studi artistici all’Accademia di San Luca, e negli anni Cinquanta iniziò a collaborare con varie riviste, pubblicando illustrazioni e fumetti.
Dopo aver lavorato per alcuni anni in Spagna e in Gran Bretagna, tornò in Italia per dedicarsi a tempo pieno alla pittura. Dopo il matrimonio con Grazia De Stefani, che diventerà la sua principale collaboratrice, cominciò a scrivere e disegnare lunghi racconti a fumetti. Nel 1967 presentò al Salone di Lucca La rivolta dei racchi, un lavoro (poi pubblicato con grande successo in Francia sulla rivista Charlie) che può essere considerato, precedendo Hugo Pratt e Will Eisner, il primo graphic novel della storia del fumetto italiano: una storia unica e autoconclusiva, opera di un autore che trova nel fumetto il linguaggio per raccontare la propria visione del mondo, al di là di committenze, serialità, generi e personaggi in voga. La rivolta dei racchi è la prima opera di una trilogia che comprende Labirinti  (1970) e Zil Zelub (1972), da poco ristampata da Coconino Press – Fandango.
Grazie al suo talento e alle sue opere così originali, Buzzelli ottiene popolarità in Francia, dove storie come  Annalisa e il diavolo (1973), L’intervista (1975), L’Agnone (1977), La guerra videologica (1978), nelle quali l’autore si ritrae sempre nei panni del protagonista, furono pubblicate su numerose riviste. Buzzelli vinse i premi Yellow Kid e Crayon d’Or. In Italia collaborò con riviste come Linus, Alter, l’inserto Satyricon di Repubblica e con giornali come Paese Sera, Il Messaggero e L’Espresso. Per Bonelli disegnò il primo numero della prestigiosa collana “gigante” di Tex (1985). Negli ultimi anni insegnò all’Istituto Europeo di Design e collaborò con la televisione italiana e francese.