L’ULTIMO PAESE

Al festival

Federico Manzone debutta con la sua prima storia lunga pubblicata da Canicola, L’ultimo paese, e presenta a BilBOlbul i suoi disegni ma anche tutto il percorso di ricerca che ha portato a tale risultato. Con il suo segno morbido e grottesco allo stesso tempo, sensibile a cogliere le espressioni e le posture dei personaggi che mette in scena, tra teatralità e adesione sentimentale nei confronti dei loro destini, narra di un paese inventato del nostro Sud, di una festa rituale, di un pittore monco e misantropo, di un bambino miracolato che ne è attratto, di apparizioni vere o presunte della Madonna. Ne viene fuori un mondo sospeso, che ai nostri occhi di oggi sembra un altrove per la ritualità, la mescolanza di sacro e superstizione, la materialità del vivere. Un universo che in realtà non appartiene a un passato così remoto, e che Manzone ha inseguito, come affascinato dall’esotismo delle nostre radici, ma non per evadere dal presente, piuttosto per interrogarlo, tra il sorriso e la perplessità.