festival seconda colonna

Al festival

La presenza di Chris Ware, eccezionale per la levatura artistica e la rarità di poterne vedere l’opera in Europa, non ha affatto adombrato gli altri ospiti, anzi è stata la punta di diamante di una programmazione che è riuscita a promuovere il lavoro di altri grandi maestri – da Marco Corona a David Wiesner, da Gipi ad Anna Brandoli e Renato Queirolo -; a mostrare per la prima volta autori internazionali ancora sconosciuti in Italia (Gabriel Delmas, Matthias Lehmann, Audrey Spiry); a confermare l’opera di autori con Tuono Pettinato, Yocci, Nicola Mari, Laurent Moreau; a offrire occasioni inedite di ibridazione tra linguaggi con il video (Lelemarcojanni), il teatro (Teatro Rebis e Maicol e Mirco), la musica e la danza (Sorge e Marino Neri, Sequoyah Tiger e Sonia Brunelli); a far conoscere l’opera di alcune autoproduzioni provenienti dalla Francia e dalla Spagna (Editiones Valientes, Jorge Parras, La Camaraderie, Arbitraire, Los Bravù, Central Vapoeur); a dare la giusta visibilità a esordi preziosi come quelli di Elena Guidolin e Federico Manzone; a promuovere i giovani artisti attraverso il Premio Farben promosso da Arci, il concorso di Coop For Word, la retrospettiva del decennale di Flashfumetto, la mostra di alcuni studenti del corso di Fumetto e Illustrazione dell’Accademia di Belle Arti.
L’attenzione, la curiosità e la concentrazione del pubblico è stata davvero una costante durante gli incontri e nelle mostre, segno che il festival è riuscito negli anni a far comprendere e a condividere gli obiettivi per cui è nato: l’analisi e l’approfondimento del valore artistico e culturale degli autori ospiti e del linguaggio su cui sperimentano, la messa in evidenza dell’eccezionalità di una città come Bologna che ha risposto con l’offerta di più di venti mostre nel circuito off; il lavoro di promozione culturale che ha nelle offerte per bambini e ragazzi un nodo centrale.
Tutto ciò è stato reso possibile da una vera e propria costellazione di collaborazioni e contributi a partire da quelli istituzionali e privati che ci hanno accompagnato per tutti questi dieci anni: Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Fondazione del Monte, Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, Gruppo Hera; e coloro che più recentemente hanno condiviso il progetto: Unicredit e Fabriano.
Ma altrettanto significativi sono stati gli oltre 50 partner (a partire dall’Università di Bologna e l’Accademia di Belle Arti) che hanno dato vita al programma, la disponibilità di autori ed editori, il lavoro inestimabile di oltre ottanta volontari che ci hanno aiutato nelle settimane prima e durante la manifestazione. Tutti, diversi nei ruoli e nei pesi, ben consapevoli degli obiettivi da raggiungere, del loro significato culturale, della cura necessaria a realizzarli. Per questo la riconoscenza da parte di tutto noi non sarà mai abbastanza.


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