BilBOlbul 2019: i numeri della XIII edizione


Circa 30.000 partecipanti, 31 mostre , 28 incontri, 6 laboratori per bambine e bambini: sono i numeri della 13ma edizione di BilBOlbul Festival internazionale di fumetto, che si è concluso a Bologna domenica 1 dicembre.

Quest’anno più che mai BilBOlbul è stato espressione di un progetto che, al di là delle tre giornate, l’associazione culturale Hamelin, che organizza il festival, porta avanti tutto l’anno: il lavoro di approfondimento verticale sullo spaesamento, filo rosso di questa edizione, ha reso il festival un percorso organico e compatto.

E ha permesso di spingere l’acceleratore sulla complessità: BilBOlbul ha scommesso su autori e autrici poco conosciuti nei circuiti mainstream e su opere di non facile lettura. Dal graphic novel ibrido di Nora Krug, alle sperimentazioni visive di Yvan Alagbé fino a Chris Reynolds, tornato sulle scene apposta per il festival.  Scommessa ripagata dalla partecipazione del pubblico, aperto a cogliere le proposte più radicali e a riconoscere le potenzialità del fumetto come linguaggio del contemporaneo: agli incontri si è parlato sì di fumetto, ma anche di identità nazionali, di colonialismo e migrazioni, di questioni di genere e di filosofia, dimostrando che BilBOlbul sa creare attenzione intorno ad autori e libri di qualità, e può contare sulla fiducia di un pubblico affezionato.
Lo dimostrano anche le vendite del bookshop del festival, allestito negli spazi di Biblioteca Salaborsa: Heimat (Einaudi, 2019) di Nora Krug, Negri gialli e altre creature immaginarie (Canicola, 2019) di Yvan Alagbé e Un mondo nuovo (Tunué, 2019) di Chris Reynolds – questi ultimi due prodotti in collaborazione con BilBOlbul – sono andati esauriti.

La volontà di rendere il Festival un progetto culturale concreto si è tradotta anche nelle attività per le scuole e le biblioteche, con l’obiettivo di formare nuovi lettori e lettrici di fumetto: quest’anno BBB Kids, il programma di BilBOlbul dedicato ai più giovani, ha coinvolto più di 300 ragazzi e ragazze delle Scuole superiori di Bologna e provincia. Le classi hanno avuto la possiblità di incontrare alcune delle protagoniste del festival, come Nora Krug, Magnhild Winsnes, Silvia Rocchi, Zuzu e Rita Petruccioli: momenti di riflessione che dal fumetto sono approdati alla storia agli stereotipi di genere, passando per le riflessioni sull’adolescenza e il rapporto con il proprio corpo.

Non solo: tutti i ragazzi e le ragazze coinvolti hanno letto i fumetti presentati, un risultato di importanza primaria se si pensa che uno degli scopi principali di BilBOlbul è da sempre quello di promuovere la lettura e fornire strumenti per avvicinarsi alle modalità e al linguaggio del graphic novel.

Si tratta, insomma, di un ottimo risultato per il festival inteso non solo come manifestazione, ma come realtà che produce cultura.

Arrivederci al 2020.