È stato maestro del fumetto seriale e di quello autoriale. Ha realizzato graphic novel quando ancora non esistevano. Ha usato la china e la pittura, il collage e il fotoritocco. Ha gettato uno sguardo negli abissi dell’animo umano, sia in quelli psicologici, sia, nel loro estremo più infame e collettivo, in quelli delle atrocità dittatoriali, ed è tornato indietro a darne un racconto per immagini, trovando sempre il modo di intrattenere il lettore con grande rispetto per la sua intelligenza. Ha raccontato visivamente un’epoca oscura sapendo mettere insieme tocchi duri e poetici, ha usato metodo nella follia, e viceversa. Alberto Breccia è stato amato da intellettuali italiani come Oreste del Buono, Umberto Eco e Fruttero & Lucentini, che lo hanno considerato fuori dal coro di chi ha fatto del narrare per immagini semplicemente un lavoro.
mostra
Alberto Breccia. Il signore delle immagini
30 novembre 2019 - 7 gennaio 2020 | Fondazione del Monte di Bologna e Ravennainaugurazione sabato 30 novembre h 12
incontro
29 novembre h 11 | Accademia di Belle Arti di Bologna - Aula Magna
con Vittorio Giacopini, José Muñoz, Daniele Brolli
interviene Enrico Fornaroli
promosso e organizzato da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
in collaborazione con Comune di Bologna – Istituzione Biblioteche Bologna
bio
Nato nel 1919, uruguayano di nascita ma a tutti gli effetti argentino di Buenos Aires, Alberto Breccia ha iniziato con la disperazione di chi disegna per vivere, realizzando fumetti di avventura o comici.
Non è mai stato un autore facile e men che meno allineato. Atipico per natura, irrequieto – e non solo per la continua ricerca stilistica che lo ha portato a elaborare forme di disegno e di interpretazione del linguaggio della letteratura sequenziale divenute presupposto di nuovi orizzonti espressivi.
Breccia, insieme alla splendida generazione degli autori attivi a Buenos Aires negli anni ’50, come Hugo Pratt e Héctor German Oesterheld, ha creato un ponte tra fumetto popolare e fumetto d’autore. Ha lavorato per riviste e pubblicazioni di largo consumo, ha partecipato alla grande stagione internazionale del fumetto western e di quello di guerra britannico e ai periodici per la gioventù, contribuendo significativamente anche al nostro “Corriere dei Ragazzi”.
E proprio in Italia è stato valorizzato, e conteso, per le sue storie dal “Mago” di Fruttero & Lucentini e dal “Linus” di Oreste del Buono. Per il suo ruolo multiforme di artista, innovatore e fumettista politicamente impegnato a rischio della propria esistenza è considerato uno dei maestri assoluti della “nona arte”.
Tra le sue opere più conosciute, le riduzioni da Lovecraft e da Poe, le serie scritte da Oesterheld come Sherlock Time, Mort Cinder e una nuova versione de L’Eternauta, le biografie del Che, realizzate con il figlio Enrique, e di Evita.