Li Kunwu, P. Ôtié, | Una vita cinese
Libro del mese | Agosto 2017
Cina, 1950. Il potere è da poco nelle mani di Mao Zedong. Dall’incontro tra un ufficiale del Partito
Comunista Cinese e una giovane ragazza delle montagne nasce Li Kunwu, assieme protagonista e autore di
questa trilogia. La Rivoluzione Culturale, il rifiuto del passato, il grande balzo, l’idolatria di Mao e il dramma della sua
morte. Il desiderio, quasi la necessità, di entrare nel Partito, di contribuire a rendere grande il Paese. Poi
l’apertura delle frontiere, la rinascita del commercio, la spinta verso una modernità di stampo occidentale,
le manifestazioni studentesche, piazza Tienanmen.
La storia della Cina contemporanea è un affresco complesso, difficile da comprendere a fondo e da
riassumere in una descrizione riduttiva dell’ascesa di un regime e della sua successiva “normalizzazione”. E
soprattutto è una storia che si conosce poco. In Una vita cinese, Kinwu e Ôtié tessono un racconto lungo
cinquant’anni che unisce l’intimità di un diario personale, il trasporto di una storia di formazione e
l’accuratezza di un saggio storico.
link e approfondimenti
- La recensione di Tonio Troiani su Fumettologica
- La recensione di Carlo Greppi su Doppiozero
- La recensione di Giorgio Fontana su Pagina99
- La recensione di Martina Caschera su Lo Spazio Bianco
- La recensione di James Smart sul Guardian
- Un’intervista a Li Kunwu (in francese)
- Il dietro le quinte del travel book dedicato a Cuba realizzato da Li Kunwu per Luis Vuitton
se ti è piaciuto Una vita cinese leggi anche…
Selezione a cura di Banana Oil
Il grande male, di David B
Coconino Press – Fandango, 2016
Se ti è piaciuto Una vita cinese perché ti piacciono le autobiografie, e in particolare quelle autobiografie capaci sì di raccontare la vita di una persona ma anche di trasformarsi in storia corale, allora leggi Il grande male di David B.
In questo tomo voluminoso, nel quale immergersi senza fretta rispettando i tempi di una narrazione lenta e spesso divagante nell’onirico, l’autore racconta la sua infanzia e giovinezza accanto al fratello affetto da epilessia. Il grande male, appunto, una malattia difficile per il malato e chi gli sta attorno. Il dramma del fratello Jean-Christophe si trasforma nel dramma di tutta la famiglia, trascinata, nel tentativo di trovare una cura, in un turbine di medicina tradizionale, esoterismo e stile di vita macrobiotico.
Il grande male è la storia di un’infanzia a stretto contatto con la malattia, ma anche con i sogni, la passione per i fumetti, il mito di Gengis Khan, lo spiritismo e i mostri che abitano il boschetto dietro casa, in un continuo rimbalzare tra la durezza del reale e l’ineffabile immaginazione tipica dei bambini, fuse assieme dal tratto pastoso, personalissimo e straordinariamente evocativo dell’autore.
Ma Il grande male è anche un libro che contiene le storie di tante altre persone, filtrate attraverso la lente dei ricordi. Abbiamo quindi il giovane David, ma anche il già citato Jean-Christophe, il resto della famiglia, gli altri bambini del quartiere, avventurosi e candidamente cattivi. Si esce continuamente dalla dimensione più intima per rientrarci con una visione più ampia, dato che nessun uomo è un’isola, una volta conosciuti comparse e comprimari.
Night Bus, di Zuo Ma
Bao Publishing, 2018
Se ti è piaciuto Una vita cinese perché ti interessano la Cina, la sua storia e il suo immaginario, allora perché non leggere un altro fumetto cinese, ma che si avventura nel fantastico invece che nel resoconto storico? In tempi recenti, dopo un timidissimo tentativo una decina d’anni fa, il fumetto cinese è riapparso, questa volta con stabile progettualità, negli scaffali delle librerie, principalmente grazie a Bao Publishing e a Oblomov. Night Bus è l’ultima uscita della collana cinese di Bao, ed è una genuina sorpresa.
Che succede se, a causa del troppo affollamento, si viene spinti fuori dall’ultimo treno diretto verso casa? Succede che bisogna prendere un autobus notturno, al quale si accede attraverso un’intricata rete di ascensori. Ma l’autobus notturno che dà il titolo al fumetto non è un bus normale, non viaggia nel mondo come lo conosciamo ma divaga come i pensieri a briglia sciolta di chi guarda fuori dal finestrino. Strani personaggi salgono e scendono, tutti con una storia da raccontare, e poco alla volta il confine tra reale e fantastico si assottiglia fino a scomparire. La protagonista di questo viaggio metafisico si troverà quindi persa in un mondo strano ma stranamente familiare, affascinante e misterioso, popolato di gatti parlanti e alieni e bruchi giganti antropofagi. Il lettore viaggia con lei e conosce le storie di questi strani figuri, capendo sempre di più che quest’autobus notturno non è quello che sembra, ma che salire a bordo e lasciarsi trasportare può essere l’avventura di una vita.
Hicksville, di Dylan Horrocks
BlackVelvet, 2012
Se ti è piaciuto Una vita cinese perché sfrutta a fondo le potenzialità del fumetto e, leggendolo, hai sentito che coi fumetti si può fare e raccontare tutto, allora leggi anche Hicksville, una storia nella quale la meraviglia per il linguaggio fumetto è il punto centrale.
Ma anche senza oscillare nel metanarrativo, in Una vita cinese c’è quel momento in cui Li Kunwu visita il festival d’Angoulême e rimane a bocca aperta, che è precisamente lo stesso sentimento provato dal giornalista Leonard Batts quando giunge nel remoto paesino chiamato Hicksville, in Nuova Zelanda, per scrivere un saggio su Dick Burger, il fumettista più importante di sempre. A Hicksville tutti vivono per il fumetto, la biblioteca locale ha un catalogo che trabocca di rarità d’eccezione, e il faro nasconde il segreto di Dick Burger, una sorta di Stan Lee dall’oscuro passato. Hicksville è il capolavoro di Dylan Horrocks, un fumetto sull’amore per il fumetto, una storia capace di far provare al lettore la stessa meraviglia provata da Leonard Batts e da Li Kunwu di fronte a tanta arte sequenziale.
Marco Polo – La via della seta, di Marco Tabilio
BeccoGiallo, 2015
Se quello che cerchi in un fumetto è la possibilità di imparare qualcosa, di scoprire una piega della storia poco nota o comunque di uscirne arricchito, allora dopo Una vita cinese leggi anche Marco Polo: sempre di Cina si parla. Marco Tabilio riesce a trasformare quella che poteva essere una stantia biografia del mercante/viaggiatore/ambasciatore veneziano in un viaggio esteticamente delizioso e narrativamente solidissimo. La storia si apre con il protagonista in prigione dopo la sconfitta navale della Serenissima contro Genova. Qui l’esploratore racconterà a Rustichello da Pisa le sue avventure, il viaggio con il padre e lo zio fino alla corte del Kublai Khan, la permanenza in Cina, l’amicizia con il potente Khan… Un racconto che, noi lo sappiamo, diventerà poi Il milione. Il continuo salto tra il presente della prigione e il racconto delle avventure passate – con gli intermezzi di fantastiche mappe di luoghi al contempo reali e mitici, a metà tra l’ornamentale e il descrittivo – tiene alto il ritmo e racconta la vicenda storica senza traccia di didascalismo. È difficile raccontare le vicende di un personaggio come Marco Polo senza scivolare nell’avventura fine a se stessa o nella sterile cronistoria. Ma a lettura ultimata, rimarrà proprio questo: il gusto per una storia ben narrata, coinvolgente e informativa in ugual misura, il tratto semplice e magnetico, la bicromia variabile che rende tutto così leggero ed evocativo, le mappe dei luoghi della Terra e della leggenda.
Ooku – Le stanze proibite, di Fumi Yoshinaga
Panini Comics, 2012 – in corso (15 voll.)
Rimanendo sulla storia di un Paese dell’estremo oriente, dopo Una vita cinese leggi anche Ooku, un manga ingiustamente poco conosciuto (complice anche un’edizione italiana di gran lusso ma forse troppo raffinata) e invece notevolissimo. Siamo nel Giappone feudale e seguiamo da vicino lo shogunato dei Tokugawa, imparando le politiche e le attitudini personali dei diversi shogun, viviamo intrighi di corte e soprusi vari, scopriamo com’era la vita nel periodo dell’isolamento dalla comunità internazionale. Insomma, Ooku è un vero e proprio saggio storico.
Ma è un saggio storico che si apre con una premessa insolita e particolarmente efficace. Una malattia sconosciuta e infettiva solo nella popolazione maschile, il vaiolo della faccia rossa, colpisce duramente il Giappone. Come conseguenza, la percentuale di uomini cala drasticamente (il morbo è molto contagioso e quasi sempre mortale) e questo cambia la struttura della società nipponica: i pochi maschi rimasti sono trattati con tutti gli agi e vengono utilizzati come una via di mezzo tra una banca del seme e un semplice trastullo sessuale; le donne occupano invece tutti i ruoli rilevanti e produttivi della società. Lo stesso ruolo di shogun è ora ricoperto da donne che vivono in una sorta di harem protetto popolato da bellissimi ragazzi a loro disposizione; la chiusura al mondo esterno è così giustificata dal bisogno di mantenere segreta la condizione insolita (e militarmente debole) in cui versa il Paese. Questo “what if” si rivela fin dalle prime pagine molto efficace per almeno due motivi. Dando una, pur fantasiosa, credibile spiegazione alternativa all’isolazionismo Giapponese, costruisce un mondo parallelo verosimile, spingendo il lettore a fantasticare su quali altri aspetti della società verrebbero toccati da un simile avvenimento. Nonostante la premessa fantastica, la narrazione storico-politica è accuratissima e, al netto del gender swap, permette di scoprire qualcosa sulla storia vera, dalle regole di successione allo shogunato alle leggi di Tokugawa Tsunayoshi sulla protezione degli animali.
Ooku è un manga interessante nelle premesse e coinvolgente nella realizzazione, ed è un peccato che quest’epopea di Fumi Yoshinaga sia passata un po’ in sordina.