Cristina Portolano, Non so chi sei, Rizzoli Lizard, 2017
Libro del mese | Gennaio 2018
Una giovane donna esce da una lunga relazione sentimentale e per riprendere contatto con la propria sessualità e conoscere nuove persone scarica un’app e comincia a incontrare sconosciuti. Un fumetto che ha il pregio di evitare falsi moralismi e descrivere un punto di vista che molto spesso non viene nemmeno sfiorato: come si comporta una donna quando vuole una vita sessuale attiva e non ha un partner fisso? Come può riuscire a esprimere i suoi desideri e le sue necessità? Quali sono le contraddizioni interne e le critiche introiettate e/o della società che deve affrontare? Con Non so chi sei Cristina Portolano propone un fumetto che oscilla sul confine tra fiction, autobiografia e disanima sociale, riuscendo a tratteggiare con leggerezza le difficoltà e i piaceri dell’incontro con l’altro attraverso il sesso, che molte generazioni oggi affrontano online, e che ancora pochi in Italia stanno raccontando per davvero.
- leggi i “5 motivi per leggerlo” su Fumettologica
link e approfondimenti
- Il suo sito
- Approfondimento su Il Post
- Intervista su Frizzifrizzi
- Intervista su Cosebelle Magazine
- I fumetti di Cristina Portolano su Graphic News
- I fumetti di Cristina Portolano su Retina Comics
- TEDx Napoli con Cristina Portolano
se ti è piaciuto Non so chi sei leggi anche…
Selezione a cura di Banana Oil
Coney Island Baby, di Nine Antico
001 Edizioni, 2017
Dopo l’autobiografico Il gusto del paradiso (Coconino Press – Fandango, 2015), Nine Antico propone con Coney Island Baby una riflessione sulla sessualità da un’altra, molto interessante, angolazione.
Si parla infatti di erotismo e pornografia da rivista, con il focus puntato sulle storie di Betty Page e Linda “Gola Profonda” Lovelace. L’autrice ci racconta scorci di vita delle due pin up, dai sogni di Betty all’apparente dissolutezza di Linda, in una parabola che per entrambe parte dall’anonimato, tocca vette di successo inimmaginabili e termina in modo poco felice.
Il pretesto narrativo che tiene tutto assieme è l’incontro, a metà tra reale e onirico, tra l’atipico Virgilio Hugh Hefner e due aspiranti modelle di Playboy, alle quali vengono mostrate le possibilità ma anche le asperità della vita nella quale chiedono di entrare.
Coney Island Baby è un fumetto raffinatissimo, sia nel tratto che nella ricostruzione storica. Ma il suo maggior punto di forza è quello di proporre, servendosi egregiamente dello strumento biografia, una riflessione precisa e mai moralmente supponente sulla pornografia e sul contesto culturale entro cui nasce (e muore). Nine Antico non giudica ne pretende di indicare un’inesistente risposta semplice a un tema complesso, ma documenta e racconta evidenziando contraddizioni, alti e bassi, promesse e pericoli di un mondo facile solo in apparenza.
Io le pago, di chester Brown
Coconino Press – Fandango, 2011
Se ti è piaciuto Non so chi sei per il suo approccio poco convenzionale, per così dire, alle relazioni amorose non puoi perderti Io le pago di Chester Brown. L’autore canadese, con il suo usuale autobiografismo asciutto e riflessivo, mai compiacente né autoindulgente, riflette in questo bel fumetto sulle sue esperienze con la prostituzione e sul rapporto tra amore e sesso.
Indugiando sulle difficoltà tecniche dell’aver a che fare con professioniste del sesso e delineando al contempo una riflessione documentata e mai banale sulla legittimità (anche morale) della prostituzione, Chester Brown firma un piccolo capolavoro capace di interessare, divertire e dare il là a riflessioni che troppo spesso ci autocensuriamo. E tutto ciò senza esser mai sfacciatamente volgare né ipocritamente pudico.
Shigurui, di Takayuki Yamaguchi e Norio Nanjo
15 volumi, Panini Comics, 2003-2010
Tutt’altro genere e tutt’altra storia ma, se ti è piaciuto Non so chi sei per la sua rappresentazione dei corpi, potrebbe per contrasto piacerti anche la saga di samurai e vendetta di Yamaguchi e Nanjo.
Se infatti il libro di Cristina Portolano mostra un approccio alla fisicità molto reale, quasi materico, che rifiuta qualsiasi tensione estetizzante, Shigurui è l’esatto opposto: qui la nudità è estrema, pura estasi estetica anche e soprattutto quando è apparentemente fine a se stessa. Spesso infatti vediamo i protagonisti attraverso vestiti e pelli fin dentro ai muscoli, ad amplificare la tensione degli scontri fino all’estremo limite di un erotismo sublime e violento.
Al di là delle differenze di trama (da Tinder alla vendetta incrociata di samurai, dalla riflessione personale e contemporanea all’avventura mista a ricostruzione storica) i due fumetti si richiamano l’un l’altro proprio per il loro approccio, tanto diverso da giustificare un confronto, al nudo.
Limoni, di Emanuele Rosso
Coconino Press – Fandango, 2017
Se ti è piaciuto Non so chi sei perché parla di relazioni in un mondo 3.0, dovresti leggere anche Limoni di Emanuele Rosso. I due fumetti vengono spesso accostati, e a ragione: entrambi, pur partendo da presupposti differenti, riflettono sulle relazioni in un momento in cui internet e smartphone imperversano toccando e modificando la struttura stessa dei rapporti umani.
Limoni spazia da Tinder agli archivi di foto degli o delle ex, dalla passione per i tatuaggi alla semiotica del succhiotto all’ansia per l’ennesimo primo appuntamento. Il sottotitolo del volume recita Cronache di ordinarie resistenze sentimentali, ed è proprio quel che è il libro: una collezione di racconti che delineano con una certa ironia uno spaccato, senza pretese d’imparzialità, della vita sentimentale d’oggi.
Ma i due titoli non condividono solo questo: è interessante che entrambi siano nati in rete per poi esser raccolti, appositamente rimaneggiati, in volume. Non soltanto una riflessione sull’amore ai tempi dell’internet, quindi, ma in qualche modo anche un esempio di editoria alternativa, sempre ai tempi dell’internet.
Becoming Unbecoming, di Una
Myriad, 2017
Meno fumetto di Non so chi sei in termini di linguaggio (e anche per questo interessante per riflettere su un rapporto parola/immagine che non si limiti a balloons e “Nel frattempo a Topolinia”), Becoming Unbecoming è la riflessione autobiografica dell’autrice sulla sua infanzia e crescita da vittima di violenza sessuale. Sullo sfondo, in un interessante (e non scontato come potrebbe sembrare) parallelismo tematico, le indagini straordinariamente affette da pregiudizi, e per questo inefficaci, sullo stupratore dello Yorkshire.
Viviamo in una società dov’è spesso ancora difficile parlare di sessualità femminile. E il fumetto di Una, che è un po’ riflessione-fiume e un po’ arringa programmatica, parte proprio da questo: la protagonista viene bollata come “puttana” e questo da un lato le impedisce di trovare aiuto per il trauma subito e dall’altro la fa sentire in pericolo. D’altro canto lo stupratore dello Yorkshire si accanisce solo su donne che, in fondo in fondo, se lo meritavano, giusto?
Il risultato di questa riflessione è un libro diamantino per chiarezza e durezza sulla violenza di genere, sulla vergogna e la colpevolizzazione, sull’incapacità (o la non volontà) di accorgersi del problema e dei suoi effetti sulle donne che ne sono vittima, e soprattutto sulla responsabilità sociale, sull’effetto dello stigma e del giudizio altrui.
E se sembra che questo non abbia nulla a che fare con Non so chi sei… conoscerete di certo qualcuno che pensa che una donna che usa app di incontri sia “una facile”. E il punto è proprio questo.