Rodolphe Töpffer

Rodolphe Töpffer è oggi riconosciuto unanimemente come “padre” o “inventore” del fumetto. Radicato nella cultura europea della prima metà dell’Ottocento, lo scrittore e artista ginevrino si trova in effetti a essere il punto di convergenza tra le forze che, alla fine del secolo, porteranno all’esplosione del fumetto: lo sviluppo delle tecniche di stampa che procede parallelamente all’estensione del pubblico, l’evoluzione della caricatura e la crescente diffusione delle stampe popolari, la mutazione delle forme narrative. Ma non è solo la critica (Thierry Groensteen in testa) che ha riconosciuto questo ruolo di precursore di Töpffer, anche molti autori, a partire dagli anni Novanta (da Art Spiegelman a David B, da Chris Ware ad Anke Feuchtenberger) ne hanno riconosciuto la paternità.

mostra


24 novembre – | Biblioteca di San Giorgio in Poggiale

Inaugurazione Venerdì 24 novembre h13

«È chiaro che Töpffer non ha inventato solo la moderna striscia a fumetti, ma anche il moderno fumettista» Chris Ware

La mostra non vuole essere una semplice ricognizione sulla nascita della letteratura disegnata, ma si propone il duplice obiettivo di fare emergere la singolare modernità di Töpffer e, insieme, di mostrarne e discuterne l’influenza viva sulla narrativa grafica contemporanea e, in prospettiva, sulle sue ulteriori evoluzioni. Per questo motivo saranno esposte le sue opere a stampa – le edizioni originali dei racconti che l’artista aveva iniziato a scrivere e disegnare unicamente per mostrare ai suoi allievi e che furono poi pubblicate a partire dal 1833, anche su consiglio del suo amico Goethe – e un omaggio dei due artisti, Francesco Cattani e Nicolas Robel, [messi virgole] che realizzeranno una storia di quattro pagine nello stesso formato usato dall’artista svizzero.

convegno


venerdì 24 novembre h 9-13 | Accademia di Belle Arti

L’opera e il pensiero di Rodolphe Töpffer sono rappresentativi del loro tempo, epoca di profonde trasformazioni nella cultura occidentale, e al tempo stesso rappresentano un prodigioso salto in avanti. Per riflettere sulle intuizioni dell’artista svizzero, ancora oggi sorprendenti, BilBOlbul ha invitato alcuni dei maggiori esperti internazionali a dialogare tra loro. Interverranno così lo storico dell’arte Philippe Kaenel (Svizzera), Il semiologo e teorico del fumetto Thierry Groensteen (Belgio), lo scrittore e saggista Antonio Faeti, lo sceneggiatore e “archeologo” del fumetto delle origini Alfredo Castelli, l’esperto di fumetto ottocentesco Fabio Gadducci.

Interverranno anche gli autori Nicolas Robel e Francesco Cattani, chiamati a confrontarsi operativamente con le storie di Töpffer.

immaginandone un seguito, racconteranno la loro esperienza di ritorno alle origini del fumetto.

biografia


Rodolphe Töpffer (Ginevra, 1799-1846) fu un illustratore e caricaturista svizzero. Può essere (e viene) considerato “il primo fumettista della storia”, perché la sua opera è molto più vicina al concetto di striscia moderna di quelle dei suoi predecessori. Il padre era un noto pittore dell’epoca e, come usava ai tempi, Rodolphe avrebbe dovuto seguire le sue orme. Contrabbe però una malattia gli occhi per curare la quale si trasferì a Parigi dove proseguì gli studi e frequentò gli ambienti artistici, dedicandosi in quei primi momenti a scrivere alcuni brevi testi come La Bibliothèque de Mon Oncle (1832), Nouvelles Genevoises (1841), Voyages en zig-zag (1843).

Dato che la malattia agli occhi non migliorava, abbandonò l’idea di diventare un pittore e si dedicò all’insegnamento, diventando professore di letteratura all’Università di Ginevra. Nel 1827 inizia a disegnare una serie di brevi storie illustrate per i suoi allievi, che in seguito su pressione di amici e studenti iniziò a pubblicare, cominciando con Histoire de monsieur Jabot nel 1833. Negli anni successivi altre sette storie verranno pubblicate: Monsieur Crépin (1837), Les Amours de M. Vieuxbois (creata nel 1827 e pubblicata nel 1837), Monsieur Pencil (creata nel 1831, e pubblicata nel 1840), Le Docteur Festus (creato nel 1831, e pubblicata nel 1846), Histoire d’Albert (1845) e Histoire de Monsieur Cryptogame (1845). Nel 1842 una di queste viene anche già tradotta e pubblicata negli Stati Uniti. Le sue storie sono racconti umoristici con protagonisti di finzione. I suoi personaggi (Mensieur Jabot, Crépin, Vieuxbois, Pencil, Dr. Festus, Mensieur Cryptogame) raggiunsero una tale fame da esser continuamente ripubblicati su riviste che raggiungevano un pubblico di massa, provando così anche il loro potenziale commerciale.