Éric Lambé - Philippe de Pierpont, Paesaggio dopo la battaglia, Coconino Press/Fandango, 2017


Libro del mese | Novembre 2017

C’è stata una battaglia e il mondo è andato in pezzi. O almeno: è il paesaggio emotivo della protagonista Faye che si è frammentato in mille parti. Per ricomporlo, la donna parte, butta via il cellulare, abbandona la sua vita e si rifugia in un villaggio di roulotte, popolato d’inverno da pochissimi abitanti.

Éric Lambé e Philippe de Pierpont, che con Paesaggio dopo la battaglia hanno vinto il Fauve d’Or 2017 ad Angoulême, raccontano il percorso di una donna che affronta la morte e la fine di una parte della sua vita. E lo fanno scardinando le regole classiche della narrazione lineare, spezzettandola e poi ricostruendola per frammenti visivi, assonanze, immagini come tessere di un puzzle che raccontano emozioni e pensieri, mentre dal paesaggio naturale echeggiano simbologie che richiamano parti nascoste dei personaggi facendole riaffiorare da passato e inconscio.

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Interiorae, di Gabriella Giandelli
Coconino Press/fandango 201o

Possiamo ritrovare la coltre di neve che ovatta i suoni e arrotonda le forme di Paesaggio dopo la battaglia anche in Interiorae di Gabriella Giandelli, ma le affinità non finiscono qui.
Per quanto i due titoli rimangano sostanzialmente differenti, sia per formato che per ritmo e respiro, condividono un certo onirismo, una narrazione fatta di sogni ed emozioni più che di eventi certi e oggettivi.
In Interiorae seguiamo un etereo coniglio bianco che si aggira per gli appartamenti di un palazzo a caccia di sogni da dare in pasto al Grande Buio che ne abita le fondamenta. Assieme al nostro Virgilio orecchiuto, un po’ guida un po’ intruso, sbirciamo nel groviglio di vite e di inconsci, interessati e affascinati complici di questa silenziosa invasione di spazi privati.

Cry me a river, di Alice Socal
Coconino Press/Fandango, 2017

Cry me a river ha lo stesso approccio poetico al fumetto di Paesaggio dopo la battaglia, forse in maniera addirittura più radicale: una narrazione che non si concentra sull’intreccio ma dedica tutte le sue forze alle emozioni, alla composizione empatica di tavole in cui segno e giustapposizione di immagini diventano il veicolo principale di significati inesprimibili a parole.
Il dolore per la fine di un pezzo di vita, e il tentativo di ritrovare un posto in un mondo grigio. Oppure, nel caso del meraviglioso fumetto di Alice Socal, la fine di un rapporto amoroso. Una giovane coppia convive in un paese straniero e, quando la loro relazione finisce, non c’è spazio che per le lacrime. Tutto piange: i protagonisti, cagnetti, cigni e unicorni, statue, nuvole, fontane e fiumi. Lacrime a non finire, in un flusso continuo che si sarebbe potuto raccontare solo e soltanto a fumetti.

Camelot Park, di Mark Kneece e Julie Collins-Rousseau
Blackvelvet, 2009

Per Camelot Park il collegamento con Paesaggio dopo la battaglia è di certo più flebile, ma leggendo il capolavoro di Lambé e de Pierpont non si può fare a meno di pensarci, perché è l’unico altro fumetto in cui ci sono delle persone che vivono davvero, a lungo termine, in roulotte, in una realtà un po’ ai margini.
Certo in Camelot Park il tono è completamente diverso, così com’è differente l’atmosfera di degrado e marginalità che si respira. Josh è un bel ragazzo che vive in una roulotte con la madre, spacciatrice e prostituta, assieme ai fratellini. Il padre se n’è andato ormai da tempo, lasciando la famiglia intrappolata in una situazione senza possibilità di redenzione dove regna la sporcizia, materiale e morale. Camelot Park è un bel racconto sul desiderio di emanciparsi da una realtà marcescente, di fuggire verso una vita normale piena di possibilità. Insomma, un po’ il contrario di Paesaggio dopo la battaglia.

Cosmo, di Marino Neri
Coconino Press/Fandango, 2016

È facile sentire una vicinanza tra Cosmo e Paesaggio dopo la battaglia: in entrambi c’è la necessità del protagonista di allontanarsi da una realtà opprimente, alla ricerca di qualcosa di etereo e forse inesistente. I personaggi si influenzano vicendevolmente, in un confronto continuo che definisce e decostruisce rapporti, con un onirismo fin troppo reale che fa da contorno, quasi da velo, a qualcosa di più grande.
In contrasto alle roulotte di Paesaggio dopo la battaglia e alla precaria immobilità dei suoi abitanti c’è però in Cosmo il lungo e deciso viaggio verso una meta ben precisa, lontana e necessaria. Non possiamo condividere o capire a pieno le sue motivazioni, ma il percorso nella notte e le ombre spietate quanto attraenti di Marino Neri ci trascinano con loro e ci lasciano, come la neve di Lambé e de Pierpont, meravigliosamente senza risposte.

Il regno artificiale, di Francesco Marrello
Retina Comics, 2016

Per proseguire il discorso sul fumetto di poesia, si potrebbe consigliare Poema Barocco di Renato Calligaro. Oppure essere un po’ più oltranzisti, e consigliare invece Il regno artificiale di Francesco Marrello (e il resto della sua produzione, in parte leggibile su Retina Comics.
Marrello sposta quasi completamente il focus dalla narrazione all’atmosfera, componendo fumetti fatti di sagome indistinte e rumore bianco. Fumetti che quasi non sono fumetti, ma che traggono tutta la loro potenza espressiva dal rapporto (portato all’estremo) tra immagine e parola, accostate per suscitare una precisa reazione emotiva: e quindi dall’essenza stessa del fumetto. Quella di Marrello è un’operazione simile a quella di molti gruppi post rock e ha appunto a che fare più con la poesia che con le storie raccontate. È se vogliamo una versione amplificata, estremizzata, di quelle suggestioni e di quella riflessione sul rapporto tra immagini, narrazione ed emozioni che sono l’ossatura strutturale di Paesaggio dopo la battaglia.