E poi siamo partiti – Workshop under12 con Stefano Ricci (Andrea Mazzotta)

E poi siamo partiti – Workshop under12 con Stefano Ricci (Andrea Mazzotta)

Il rapporto tra gli under 12 e il fumetto è caratterizzato da meccanismi estremamente misteriosi, che sfuggono  a facili catalogazioni o a superficiali indagini. Si è parzialmente investigato su quale possa essere la percezione che il bambino ha del fumetto come lettore, ma del tutto (o quasi) inesplorata è la conoscenza dell’attitudine alla creazione del fumetto in un ragazzino. 

D’altronde, se si pensa che Mozart componeva alcune delle proprie opere immortali in tenerissima età, ci si può anche porre il dubbio che ci sia da qualche parte un giovane genio della nona arte con i pastelli i mano.

Il crescente numero di corsi di fumetto dedicato ai potenziali artisti in erba trova la sua naturale evoluzione in un vero e proprio workshop  che, diviso in tre incontri che si terranno da giovedi 1 a sabato 3 marzo presso la Cineteca di Bologna, vedrà seduto in cattedra (dove per cattedra intendiamo un bellissimo banchetto alto non più di mezzo metro, realizzato a dimensione degli studenti) uno dei maggiori esponenti italiani della sperimentazione e della inventiva legata al fumetto e all’illustrazione: Stefano Ricci

E poi siamo partiti (questo il titolo del laboratorio creativo) vede l’autore d’origine bolognese  guidare i suoi giovani allievi nella la creazione di un fumetto (che tra ispirazione dal ricordo di un viaggio, da cui il titolo), vivendone ogni fase, compresa la stampa. Infatti, oltre la parte meramente creativa, rappresentata dalla realizzazione delle tavole originali, è previsto anche un laboratorio all’interno di una tipografia, con la realizzazione di una serigrafia ad opera dei giovani studenti, destinata ad diventare la copertina del volume che raccoglie tutte le opere prodotte.

Abbiamo fatto a Stefano Ricci qualche domanda su questa sua esperienza.

Da cosa nasce il desiderio di insegnare ai bambini a realizzare un fumetto?
Il desidero nasce per me dalla una curiosità: la curiosità di essere testimone del flusso del racconto col disegno.

Hai notato qualcosa di particolare nel modo di disegnare e di raccontare dei bambini?
Guarda, la storia realizzata da Tommaso [Uno dei bambini che ha partecipato al primo dei tre appuntamenti del  workshop. NDR]bellissima fin da subito.  Lui ha iniziato a disegnare il suo viaggio in Sardegna, partendo dalla macchina, passando al traghetto a cinque ponti, enorme, che evidentemente l’aveva colpito.
Gli ho fatto delle domande prima che iniziasse a disegnare la prima vignetta e mi ha raccontato delle cose veramente belle per me. Gli ho proposto allora di scriverle e la storia ha preso subito corpo. Sono curioso di vedere cosa disegnerà domani.

 Ho visto che questo ragazzino ha realizzato un particolare gioco di prospettive per disegnare una certa stanza e mi sono chiesto se glielo avessi suggerito tu.
Ha fatto tutto da solo. Io gli ho chiesto solo di descrivere la stanza in cui viaggiava, che momento era della giornata, che luce c’era, cosa vedeva dalla finestra, ma non gli ho detto come impostare la tavola. Lui ha disegnato tutto dal punto di vista del lampadario, dall’alto.

Tu hai avuto qualcuno che da piccolo ti ha stimolato la voglia di disegnare, magari insegnandoti i rudimenti o hai sviluppato in età matura la passione per il disegno?
Da bimbo io avevo uno zio che scenografo e che dipingeva. Avevo uno studio di fronte al Mercato delle Erbe. A casa sua aveva staccato tutti gli stipiti e aveva dipinto tutto ed era tutto finto, i mobili tutti dipinti. Anche se mi voleva bene non mi voleva intorno quando dipingeva, quindi ci potevo andare pochissime volte. Quando andavo lui faceva il the, che io vivevo con una cerimonia assolutamente esotica. Era un mondo dove c’erano disegni, pezzi di scenografia e quadri da per tutto. Era una “bolla”…..un specie di studio parigino dell’inizio secolo che stavo lì all’ultimo piano. Ma non ho mai disegnato da lui.

Pensi che ci sia un modo particolare per parlare ai bambini tramite il fumetto? Un particolare tipo di segno, di tratto o di narrazione oppure qualunque tipo di disegno può scuotere un ragazzino? Il tuo, per esempio,  non è proprio un tratto “Disneyano”, se mi permetti una battuta.
Sinceramente non lo so. Io alcuni anni fa ho disegnato quattro libri per bambini, tutti illustrati. Poi per molti anni non l’ho più fatto. Poi quest’anno ho disegnato un filmino di animazione per bambini che ho pubblicato anche nella forma di libro. Se intendiamo dal punto di vista dell’insegnamento, io dell’insegnamento hai bambini non so proprio niente perché è praticamente la seconda volta che ho occasione di farlo e perciò non me la sento di dire niente. Ne ho però un piacere totale e la concentrazione che ho su di loro non mi costa nessuna sforzo perche sono curioso di vederli all’opera.

Ho potuto osservarti mentre interagivi con loro e ho notato che c’era una grandissima attenzione per le tue parole. Cercavano approvazione per il loro lavoro nei tuoi occhi.
Davvero? Bè, è molto interessante.

Il lavoro  di Stefano Ricci con i bambini e la produzione del loro primo volume a fumetti continuerà negli incontri di venerdi e sabato  presso la Cineteca di Bologna.

AL FESTIVAL:
WORKSHOP (7-11 ANNI)
E POI SIAMO PARTITICINETECA DI BOLOGNA
CON STEFANO RICCI – PRIMO INCONTRO
COSTO (3 INCONTRI): 20 EURO A BAMBINO
MAX 20 PARTECIPANTI
ISCRIZIONI: 051 233401 / 349 3714417
1/2/3  marzo • H 16.30-18.30
CINETECA DI BOLOGNA

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