Munoz e Vanna Vinci, il primo giorno di incontri e mostre

Munoz e Vanna Vinci, il primo giorno di incontri e mostre

Come consuetudine, il giovedì, con la conferenza dell’ospite principale prende il via il festival. Nel pomeriggio, prima di inaugurare la mostra che lo vedrà protagonista insieme a Vanna Vinci, Josè Munoz partecipa a un incontro con Emilio Varrà presso la facoltà di lettere e filosofia.
I due sono protagonisti di undibattito vivace e appassionato, che vede il maestro argentino ripercorre le a ritroso le orme della sua lunga carriera, così come il giorno precedente col film L’Arentine de Munoz, ma questa volta con ancora più spazio e soprattutto con maggior interazione sia con Varrà che con un pubblico foto interessato.
Munoz, con grande disponiblità e  generosità di parole, esprime la sua idea di storia e memoria, del concetto di maestro, e di intrattenimento (con i maiusola, come ci tiene a sottolineare lui). Si lascia andare a raccontare molto della sua vita e dei suoi personaggi, che considera amici, come Alec Sinner di cui parla come di una persona realmente esistente, di una presenza da sempre al fianco suo e di Sampayo.

La mostra al museo archeologico viene inaugurata subito dopo, alle 19, dopo il lungo e piacevole incontro.
Al suo interno, si viene immersi nel mondo di Munoz grazie a lavori recenti, insoliti per chi è abituato alle sue tavole di fumetto. Sono quei dipinti realizzati per mezzo dell’acqua, di cui ha parlato spesso nei recenti due incontri, e che finalmente abbiamo modo di vedere dal vivo dopo aver ammirato nel lungometraggio. Segue poi una lunghissima serie di tavole che percorrono veramente per intero la carriera di Munoz, mostrando a ritroso prima Gardel, poi Alec Sinner sin dalle sue prime apparizioni della fine degli anni settanta fino ad arrivare alle prime tavole a fumetti della gioventù dell’autore, quelle realizzate a fianco dei suoi grandi maestri, Alberto Breccia e Hugo Pratt.

Assai affascinanti e suggestive anche le stanze dedicate alle tavole di Vanna Vinci, che mostravano le mezze tinte di Aida al confine e i colori caldi di del suo ultimo romanzo a fumetti, Gatti neri cani bianchi. Una mostra dove convivono due modi apparentementi molti diversi di intendere la narrazione a fumetti, ma che riesce a mostrare punti di incontro o elementi opposti capaci di stimolare lo sguardo del visitatore. Un denso viaggio tra le chine e i colori dei due autori.
La mostra rimarrà aperta nel Museo Archeologico fino al 10 aprile.

Se questi sono stati i momenti salienti ed immancabili della giornata, restano di tutto rilievi anche altri incontri come quello avvenuto in Sala Borsa, dove alcuni dei migliori giovani autori italiani, Francesco Cattani, Marino Neri e Alessandro Tota, si sono confrontati insieme al francese Bastien Vivès raccontando i loro primi passi nel mondo dell’editoria. Il colloquio è stato uno scambio di idee vivace e aperto a un pubblico partecipe e interessato.

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