BilBolBul presenta: Vanna Vinci
Vanna Vinci, autrice e illustratrice, ha cominciato la sua carriera sulle pagine della storica rivista di fumetti Nova Express. Da allora le sue storie e le sue graphic novel sono state pubblicate dalle migliori case editrici italiane e straniere. Tra i suoi personaggi più famosi la “bambina filosofica”, di cui a novembre 2015 è uscito per Bao Publishing il volume dal titolo No Future. Nel corso della sua carriera ha vinto diversi premi, tra cui lo Yellow Kid come miglior disegnatore di fumetti nel 1999, il premio Gran Guinigi a Lucca Comics & Games nel 2005, il premio Boscarato come miglior autore nel 2015 e il premio Forte dei Marmi per il disegno satirico con La bambina filosofica nel 2016.
Negli ultimi anni si è dedicata a opere che ritraggono figure femminili legate al mondo dell’arte come la marchesa Casati (in La Casati. La musa egoista) e Tamara de Lempicka (in Tamara de Lempicka. Icona dell’Art Déco). Il 23 novembre presso la libreria COOP Zanichelli di Bologna ha presentato la sua nuova opera, Frida. Operetta amorale a fumetti (Ed. 24 Ore Cultura), parte di un progetto più ampio dedicato a Frida Kahlo, che nella primavera del 2018 porterà al MUDEC di Milano una mostra monografica dedicata all’artista.
Quest’anno il BilBolBul compie dieci anni. Dal tuo punto di vista, qual è stato l’apporto che ha offerto nel panorama italiano delle sempre più numerose manifestazioni dedicate al fumetto?
Il BBB è un festival particolare perché non prevede degli stand di vendita e si concentra fondamentalmente sugli autori e sulle mostre. Credo sia stato un format innovativo, in cui più che in altri casi la città è stata molto coinvolta.
Molto spazio nel programma del BBB è dedicato all’infanzia. In che modo ti sei approcciata al fumetto, e quale credi sia la formula più adatta per far avvicinare un bambino a questa forma espressiva?
Per quanto ne so, in Italia, il fumetto non ha mai attecchito nel mercato del libro per l’infanzia. Credo che l’idea del Sole 24 Ore di inserire un paginone a fumetti nelle pagine del domenicale, possa essere un’avventura interessante da questo punto di vista. I bambini possono avere un appuntamento fisso col giornale da leggere coi grandi. Per il resto le case editrici ci provano continuamente e i prodotti sono molto buoni. Si spera che pian piano facciamo breccia nei genitori. In ogni modo credo sia una domanda da rivolgere agli editori…
Io per conto mio, da piccola leggevo Topolino e i Peanuts.
Al BBB presenti il tuo ultimo libro Frida. Com’è avvenuto il lavoro di documentazione sull’artista messicana?
Come ogni volta ho cercato di leggere tutto il materiale che ho trovato in italiano, inglese e francese… purtroppo non parlo lo spagnolo. Di sicuro i testi più importanti sono la monumentale biografia de Hayden Herrera che è stata ristampata da poco in italiano. Io l’ho letta in inglese, come anche la biografia per opere dalla stessa autrice.
Di Frida Kahlo rimangono lettere, diari, fotografie e filmati. D’altro canto è stato fondamentale il supporto storico e attento di Diego Sileo, il curatore del PAC di Milano, che sarà anche il curatore della prossima grande personale di Frida Kahlo al MUDEC di Milano nel 2018. Per il resto, iconograficamente, non volevo affiancare i disegni alla forma pittorica dell’artista, volevo un tratto nero forte, e una colorazione che suggerisse l’idea del ricordo, come le vecchie foto in bianco e nero ricolorate. Come quelle della stessa Frida fatte da Nick Muray e Leo Matiz. Per la ricostruzione del mio Messico, non essendoci mai stata, ho fatto riferimento a Henri Rousseau, punto di riferimento pittorico per la stessa Frida. Così ho ricostruito un ambiente del sogno come Rousseau aveva fatto per la giungla, dove non era mai stato.
La Casati, Tamara de Lempicka, ora Frida. Qual è il tratto comune di queste tre donne di cui hai raccontato vita e stravaganze artistiche, e cosa le rende ancora tanto moderne?
La modernità sta nella loro grande personalità, autonomia di pensiero, e nel loro essere fuori dalle convenzioni e forse nella loro incredibile autoreferenzialità.
Intervista realizzata via mail a novembre 2016.