Marco Galli e la vita reale e surreale

Marco Galli e la vita reale e surreale

Oceania Boulevard e Nella camera del cuore si nasconde un elefante sono libri decisamente diversi tra loro, sia per il tratto che per il tipo di racconto. Come lavori su ogni nuovo libro? Inizi da suggestioni visive, da uno storyboard, da un soggetto…
Mi vengono suggestioni visive e di racconto. Di solito lascio sedimentare le idee nella mia mente per diversi mesi, senza forzare troppo la strada giusta da percorrere. Le cose piano piano si avvicinano a un tracciato coerente da cui partire, coerente per me, naturalmente. Nel caso de Nella camera del cuore si nasconde un elefante ho fatto tutto abbastanza di getto, senza storyboard, avevo l’urgenza di raccontare questa storia per motivi personali.

In entrambi i libri emerge una tua vena dissacratoria, surreale, di un intimismo onirico e a tratti violento. Quale ricerca ti spinge in questa direzione?
Credo il guardare la vita “reale”. Cosa c’è di più surreale, onirico e violento?

Galli - Elefante copertina

Sembri attingere molto al tuo inconscio nel lavorare sul simbolo delle tue tavole. Che rapporto hai col simbolo e il simbolismo? Perchè ti interessa questa correlazione col fumetto?
L’inconscio è il luogo dove andare a pescare le storie, che nuotano libere da ogni sovrastruttura simbolica. Per me è così, ancora prima dei fatti di cronaca o da suggestioni letterarie, le mie idee vengono dal profondo del mio inconscio. Il difficile è farle venire a galla, renderle condivisibili attraverso quei simboli e tradurle in un racconto degno.

90-pag-sxIl rischio che si nasconde spesso in approcci espressionisti e surreali è quello di sfuggire al voler raccontare realmente una storia, sfuggire a una trama che stia in piedi, a una coerenza interna. Errore che non hai commesso nel tuo ultimo lavoro. Quali sono i “pulsanti di salvataggio”?
Bisogna sempre avere ben chiari i meccanismi del racconto per poi abbandonarsi alle storie “a forma di elefante” (cit. Moebius). Se si sa costruire un racconto, lo si sa anche decostruire in modo funzionale. E’ più un fatto di esperienze di vita che di studio tecnico, secondo me.

Veniamo al tuo precedente libro, Oceania Boulevard, appunto. Ci troviamo di fronte a un anti-giallo, a una distorsione surreale dei cliché del genere, con una forte voce esistenziale. Che legame hai con la narrazione di genere, in particolare quella poliziesca?
Amo il genere, se è intelligente. Se cerca di spingersi un po’ più in là dei semplici cliché, se vuole giocare con il lettore, stimolandone la mente. Amo più il noir del giallo, che è molto più crudo e calato nella realtà della strada. Nel noir non c’è quasi mai una soluzione finale consolatoria o risolutiva come nel giallo. I buoni spesso perdono o meglio ancora, non sono per niente buoni. Comunque queste distinzioni nette tra “genere” e “autoriale” mi lasciano sempre perplesso.

Stai già pensando a un nuovo progetto? Lavori a una sola storia alla volta, o ti muovi in modo più disordinato?
Mi muovo in modo molto disordinato. Comunque sì, ho già in mente una storia che si svolgerà nel ‘700 Italiano, ma comunque dalle tinte dark/noir.

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Nell’ambito di BBB parteciperai a un incontro con Alessandro Tota, autore del premiato Il ladro di libri (con i disegni di Van Hove). Vi conoscete già personalmente? Su cosa vi confronterete?
Con Alessandro ci siamo conosciuti personalmente solo quest’anno a Lucca, ma credo ci sia buona intesa, sul bere vino e Burroughs sicuramente. Credo che si parlerà un po’ di tutto e soprattutto, non solo di fumetto.

AL FESTIVAL

SABATO 21 NOVEMBRE
H17.30

INCONTRO
TOTA E GALLI IN CONVERSAZIONE
MODO INFOSHOP
con MARCO GALLI, ALESSANDRO TOTA
Interviene ALBERTO SEBASTIANI
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