Un’antologia di spaventosi fantasmi – Intervista a Lucia Biagi di Amenità

Un’antologia di spaventosi fantasmi – Intervista a Lucia Biagi di Amenità

Il primo numero di Amenità, uscito nel 2013 per Lucca Comics, dove avevate un banchetto alla Self Area, aveva come tema i dinosauri, quello del 2012, sempre in uscita per Lucca, invece i fantasmi. Perché questi temi?
Il tema dinosauri era stato scelto perché divertente e giocoso, in linea con lo spirito di chi fa parte di Amenità.
I fantasmi sono usciti da una riunione folle, con votazione per alzata di mano, e la scelta è stata di mantenere i grandi temi che lasciano spazio all’immaginazione. Anche gli allestimenti, con un tema così risultano sempre più accattivanti.

Le storie pubblicate su Amenità sono inedite o sono frutto di una ricerca precisa? Insomma, vengono prima gli autori o prima le storie?
Le storie sono inedite, richieste agli autori appositamente; gli autori sono in parte amici di cui conosciamo e apprezziamo il lavoro in parte persone che apprezziamo dal punto di vista artistico e che abbiamo scoperto per caso o ci sono stati presentati. Li abbiamo scelti in base al nostro gusto e iniziato a raccogliere adesioni circa sei mesi fa. Jun Lee ci è stato presentato e sponsorizzato da Fabio Ramiro Rossin, Mara aveva disegnato una copertina di un disco che piace ad Ale ecc. Alla fine si sono aggiunti anche Chiara Dattola e Roberto La Forgia che abbiamo conosciuto quando è venuto a Belleville a presentare il suo libro e loro ci hanno fatto conoscere Marco Lafirenza.
Rispetto allo scorso numero, che era composto soprattutto dalle persone che avevamo conosciuto quando siamo arrivati a Torino, quest’anno abbiamo inserito fumettisti o illustratori che ci piacevano o incuriosivano.

E, come dicevi, il minimo comune denominatore rimane sostanzialmente il vostro gusto, con autori dagli approcci grafici molto diversi…
Abbiamo cercato un equilibrio tra gli approcci: alcuni sono più manieristi, altri più naif o adatti all’illustrazione per l’infanzia… In realtà io preferisco dare la precedenza alla narrazione ma l’occhio vuole la sua parte. Anche se sarebbe meglio avere tutto!
Sai, ogni tanto parlo da autrice, ogni tanto da “amenista”, faccio fatica perché sono coinvolta da troppi fronti…
Da un lato volevamo cambiare tutti gli autori rispetto all’anno passato ma non riuscivo a buttare giù l’idea di non esserci e anche Tonetto non era prescindibile! Senza contare che sono l’unica con una storia di 10 pagine! Avevo vietato a tutti di disegnare un numero pari di pagine perché ci sballava l’impaginazione e alla fine mi sono messa per ultima per usare la decima! Ahahahaha, mi faccio favoritismi!

C’è anche una serie di albi, i Male Nobilis. Di cosa si tratta?
Male Nobilis
è una collana di autori improvvisati, autori sotto falso nome, personaggi borderline ecc.
Abbiamo deciso di lasciare spazio anche al fumetto più non sense e alla totale libertà di sperimentazione sia grafica sia nei contenuti.
La collana è curata principalmente da Alessio e prevede la pubblicazione, senza scadenza precisa, di albi monografici fatti a mano in serie limitatissima.
La prima uscita è dedicata ai maghi ciarlatani della tv e alla magia nera, la seconda sarà sui giovani-vecchi ovvero chi (come noi, ahahah) non si arrende al tempo che passa!

Riguardo l’edizione limitata, perché avete fatto questa scelta? Si tratta solo di motivi produttivi o volete anche dare un senso di esclusività?
Secondo me serve sopratutto a sottolineare alle persone: «Ehi, guarda che è autoprodotto!».
Stampiamo il tutto al massimo dei nostri mezzi, le tirature sono basse perché è un piccolo prodotto appena nato, puoi averlo ora o mai più! Bisogna far capire che non è una produzione di massa, le timbriamo una ad una con cura e fatica.

Però siete passati da trecento a cinquecento copie. Il primo numero è esaurito?
Quasi esaurito. Si sono aggiunti al progetto i ragazzi di Eris Edizioni e abbiamo potuto tentare queste duecento copie in più. Spero che riusciremo a distribuire l’antologia anche in più librerie rispetto all’anno scorso. Eris è un’associazione culturale, hanno ancora pochi libri in catalogo e hanno iniziato a interessarsi ai fumetti da quando hanno organizzato la Comics Battle al NO Fest. Ci troviamo molto bene con loro per l’approccio che hanno nei confronti di molte questioni e mi hanno aiutato molto con la stampa e loro si fidano del nostro giudizio “artistico”.

Nella fumetteria che gestisci insieme ad Alessio Marchetti, la Belleville di Torino, vendete anche autoproduzioni di altri?
Sì! Abbiamo un po’ di quelle cose via di mezzo tipo Nobrow, che tanto piccoli ormai non son più e tanti progetti italiani come Teiera, Delebile, La Trama… e poi tutto quello che ci portano i ragazzi che autoproducono.

E voi prendete tutto?
Perché no? Abbiamo un mobile in cui teniamo quasi esclusivamente autoproduzioni, vogliamo creare delle possibilità, bisogna iniziare da qualche parte no? Ogni tanto è capitato di dire di no a cose un po’ discutibili ma mediamente facciamo provare tutti!

Perché Amenità? È un modo per divertirsi? Per lavorare con autori che vi piacciono?
È nato come scusa di aggregazione con le persone qui a Torino e per festeggiare il primo anno di attività del negozio, e poi in maniera imprevista è cresciuto… io autoproduco albetti da anni e ora che ho i mezzi per fare qualcosina di più ho pensato di buttarmici. Mi diverto moltissimo, mi emoziono a vedere un libro creato da noi (non vedo l’ora di aprire le scatole della tipografia) e mi piace partecipare in qualche modo al lavoro di altri autori… è molto stimolante!

DURANTE IL FESTIVAL:

Amenità. A ghost has burned – Martino Design – 16/24 febbraio

inaugurazione della mostra con gli autori 15 febbraio – h. 18

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