“Sweet Salgari” confini e conflitti: incontro con Paolo Bacilieri

“Sweet Salgari” confini e conflitti: incontro con Paolo Bacilieri

Paolo Bacilieri ha scelto come protagonista del suo ultimo fumetto pubblicato da Coconino Press Salgari il maestro del romanzo d’avventura italiano. All’incontro presso l’Auditorium della Biblioteca Salaborsa di Bologna partecipa anche Claudio Gallo il massimo esperto in Italia sull’opera salgariana. E’ editore di una rivista “Il corsaro nero” che analizza il corpus dell’opera dello scrittore per scoprire quali tracce ha lasciato nell’immaginario contemporaneo.

 

Claudio Gallo: “In occasione dei 150 anni della nascita di Salgari, sono uscite tantissime opere sullo scrittore, anche molte ristampe, tuttavia sono due i lavori che mi hanno colpito perché diversi da tutti gli altri. L’opera di Ernesto Ferrero (“Disegnare il vento. L’ultimo viaggio del Capitano Salgari”, Einaudi) non per la biografia ma per la narrazione di una figura femminile innamorata di Salgari e il lavoro di Paolo, diverso da quello di Ferrero perché ripercorre le tappe fondamentali della sua biografia. Utilizza prevalentemente fonti storiche, i romanzi, gli articoli scritti da Salgari in una bella combinazione. Fa vedere la vicinanza e la distanza dell’opera di Salgari dalla sua vita reale nelle quattro città in cui ha vissuto: Roma, Venezia, Genova e Torino. Questo mi ha colpito molto. Ho incontrato Paolo molti anni fa quando collaboravo con un settimanale veronese e lo intervistai per alcune storia che aveva pubblicato sulla rivista Corto Maltese di forte impatto “manariano”. Scoprii che prendevamo lo stesso treno tutte le mattine il regionale Verona-Bologna è lì che ci siamo conosciuti.
Quello che mi ha colpito in “Sweet Salgari” è lo straordinario lavoro di documentazione. Una ricerca sulle parole ma anche sull’immagine, un tentativo di dare un contesto di immagini credibili dell’Italia di fine ‘800 e inizio ‘900. Paolo ha consultato moltissimi vecchi album di foto nella Biblioteca civica di Verona. Disegnava in treno i volti di tutte le persone che incontrava. La cosa bella è che i saggi spesso solo noiosi, e freddi invece il ritratto che fai Paolo di Salgari è molto tenero e molto caldo. Paolo usa grandi primi piani per rappresentare Salgari sia da anziano che da giovane, viene fuori uno sguardo intenso e vivo all’inizio, malinconico e dolce nel finale. La potenza della narrativa scritta e disegnata è proprio quella di andare oltre la ricerca, riuscire nella fantasia nella ricostruzione romanzesca a dire più di un autore. L’opera di Paolo non ha obblighi di attendibilità è un’interpretazione, riesce a darci una visione reale, umana di Salgari, e per questo penso che sia l’opera migliore mai stata fatta”.

Paolo Bacilieri:  “Uno dei motivi per cui ho deciso di fare questo libro è sicuramente Claudio stesso, in treno si parlava spesso di Salgari, lui per me era un fonte di informazioni inesauribile, aveva una visione moderna, fresca, sul pezzo utile per la storia che volevo fare. In Biblioteca a Verona mi sono imbattuto in veri e propri tesori, tra cui un librone in pelle con la scritta “L’india” che è una delle fonti che servirono a Salgari per scrivere i suoi libri. E’ stata una frequentazione che è durata nel tempo che mi ha portato a maturare il lavoro poco alla volta, senza Claudio non so se avrei fatto questo libro”.

Claudio Gallo– “Salgari ha un rapporto stretto con le immagini, le incisioni in bianco e nero, la pittura. I ricercatori salgariani hanno capito che molte sue descrizioni derivavano dalle immagini, le illustrazioni. Salgari disegnava sempre una carta geografica prima di raccontare una storia. Era amante dell’opera e del melodramma e per questo era dentro lo scenario e la recitazione, ha trasmesso questa mentalità nella scrittura, i suoi sono libri scritti per immagini. Quando negli anni ’30 nasceva il fumetto d’avventura italiano si è fatto spesso riferimento a Salgari. L’omaggio di Paolo è dovuto anche al fatto che Salgari non è un “oggetto” estraneo al fumetto”.

Paolo Bacilieri-“E’ un ritratto di un antenato, è stato uno dei primi a fare in senso allargato il nostro lavoro. Ho visto foto buffissime di Alberto Della Valle (* celebre illustratore dei romanzi di Salgari) in casa sua con la scopa in mano a mo’ di scimitarre e il cugino disteso per terra. Una fonte di divertimento e ispirazione che mi hanno aiutato nell’approccio a questo lavoro”.

Claudio Gallo– “Volevo chiederti se hai un imprinting da lettore di Salgari, cioè se da bambino leggevi Salgari”

Paolo Bacilieri – “Per quanto mi riguarda io ragazzino degli anni ’70 in Italia ho avuto le letture salgariane canoniche. Forse mi interessavano di più i fumetti, Salgari aveva un linguaggio già vecchio. Ma mi ricordo che i miei cugini ricchi avevano le bellissime edizioni Mondadori dei suoi libri e ovviamente mi ricordo della serie televisiva con Kabir Bedi. Posso dire che il mio libro non nasce da una mia super passione di fan salgariano, ovviamente ne ho letti molti prima di fare il fumetto, ne ho messi anche nei brandelli nel libro. Un “suppliziario” salgariano è uno dei più divertenti che ho letto, praticamente una raccolta di tutte le torture e le morti atroci nei romanzi di Salgari.

Claudio Gallo– “Volevo chiederti se una tua precedente opera “La magnifica desolazione” si può ricollegare a Salgari? Non riesco a non collegare lo scompenso tra grandi sogni e fatica di vivere quotidiana delle tue storie alla dimensione tra trionfo e fallimento di Salgari”.

Paolo Bacilieri: “Credo sia vero perché il motivo che mi ha spinto a raccontare questa storia è che lo sento molto vicino proprio per questa dicotomia. Salgari era un artista che faceva i conti con le difficoltà del quotidiano, come molti che fanno un mestiere creativo. Poi ovviamente raccontando una storia ti immedesimi nel protagonista, diventi tu e scarichi anche cose che ti riguardano nella vita di un’altra persona. Ho cercato di controllarmi, di fare un passo indietro, ma è un’osmosi inevitabile, cominciavo a andare in giro con la paglietta. Da lì al fatto che la storia assomigli ad altre mie è inevitabile. Anche l’ambientazione italiana era molto stimolante, ho lavorato molto sulle ambientazioni, tanto quanto sui personaggi”.

Claudio Gallo– “Questo ‘Salgari-Bacilieri’ è un’interpretazione romanzata e proprio per questo molto vicina alla realtà. Di Salgari tutti conoscono la leggenda e pochi conoscono la vita vera anche perché lui stesso era parco di informazioni e spesso faceva credere come vere cose che non aveva fatto
Ho trovato simpaticissima la risoluzione nel fumetto dell’unico viaggio in nave che viene attribuito a Salgari, da Venezia fino a Brindisi. C’è traccia della nave ma non esiste documentazione. Da scrupolose indagini Salgari non appare nei registri di imbarco, ma questo non vuol dire che questo viaggio lui non lo abbia fatto. Nel libro di Bacilieri c’è una soluzione metaforica”.

Paolo Bacilieri: “Inizialmente del viaggio avevo fatto un accurata sceneggiatura ma poi l’ho scartata per una cosa più drastica. Ho preso questa decisione per due motivi: era carina la soluzione e mi serviva per mantenere una sorta di linea, per creare cioè la frustrazione come motivo conduttore della sua vita reale, coerente col tono generale della storia”.

Claudio Gallo: “Nelle opere di Salgari c’è una forte delusione per i tempi che stava vivendo, dopo il Risorgimento i sogni si sgretolarono. In Italia c’era una crisi, proprio come adesso, nel tuo fumetto c’è un parallelo tra i due momenti oppure no?”

Paolo Bacilieri:  “Lavorando sula documentazione visiva, come i visiva giornali e i quotidiani d’epoca indubbiamente si trovano paralleli con l’Italia di Salgari e quella di adesso che non è nè una cosa nè l’altra, c’è una forte trasformazione tecnologica e sociale. L’Italia di Salgari era lontana dal risorgimento e vicina alla prima guerra mondiale senza avvertirne l’arrivo. È inevitabile fare paralleli con adesso. È una storia molto poco nostalgica per me, è una storia attuale. Forse sono io che sono rimasto dentro a 100 anni fa ma questi parallelismi hanno un fondo di realtà”.

Claudio Gallo: “E’ un terreno complesso, io mi occupo proprio di fine ‘800 e inizio ‘900. E’ uno straordinario passaggio, quello che cambiano solo le conquiste tecnologiche: il motore a scoppio il cinema, il fumetto, la fotografia vengono inventati nello stesso. Salgari è un positivista, scrisse il libro “Le meraviglie del 2000” per immaginare come sarebbe stato il futuro. Il giudizio non è positivo, i viaggiatori che si svegliano nel 2000 hanno grosse difficoltà ad affrontare la velocità della vita per cui loro sono inadeguati. E’ un tema ricorrente in molte opere da “Futurama” al “Dormiglione” di Woody Allen. Quella di Salgari è una visione attendibile della nostra società, il suo pessimismo sulla modernità. Sprofondare nel passato ti ha fatto vivere alcuni parallelismi o cortocircuiti?”.

Paolo Bacilieri– “Ci sono episodi anche buffi quando lavori su un libro che ti fanno pensare. Un cortocircuito che è una sintesi visiva del mio libro è la foto di Buffalo Bill in gondola a Venezia con gli indiani. Prima l’avevo ridisegnata ma poi ho deciso di inserire la foto stessa nel libro. E’ una leggenda che incontra la nostra Italia, il mondo in cui Salgari viveva. In fondo il giovane Salgari lavorava per i quotidiani, impossibile non fare un parallelo con i social network di oggi”.

Claudio Gallo. “Ho trovato visivamente bello e indovinato per il finale del tuo fumetto l’abbinamento tra la conclusione del Corsaro Nero che abbandona la donna amata in mezzo all’oceano per un giuramento di vendetta nei confronti della famiglia a cui lei appartiene e la morte di Salgari. In fondo tutto il tuo libro poggia tra la verità e la realtà romanzesca”.

Paolo Bacilieri– “Credo sia stato Hugo Pratt a dire ‘Basta avere un buon finale, tutto il resto sono problemi minori’. Il finale era una delle poche cose chiare che avevo in mente. L’ho desunto dalle biografie che ho letto, l’omaggio schietto della gente del popolo al funerale che si tenne a Torino. Quello che è nato in corso d’opera è l’ambientazione della scena finale. Il corteo funebre si muove nella fiera internazionale che si teneva quell’anno a Torino. E’ assurdo ma mi piaceva molto, è un finale falso, irreale, felliniano ma mi sembrava molto coerente con la figura di Salgari e con l’immaginario dei suoi romanzi. Più che una chiesa o un cimitero monumentale. Mi è venuto in mente guardando le foto delle architetture esotiche improbabili, fatte di cartone e legno. Per tutto il fumetto ho cercato luoghi che adesso non esistono più, una ricerca incessante un posto che fosse una memoria di allora che adesso non esiste più”.

Claudio Gallo– “Ho l’impressione che questo libro sia un passaggio importante per te. Tu hai un modo zigzagante di proseguire le storie, questo ha un’armonia tra parola e segno che in altre opere non ho trovato. È stato un piacere leggerlo con una scorrevolezza nuova. Sei d’accordo?”

Paolo Bacilieri: “Spero che sia così, sicuramente ho fatto un passo indietro dalla mia vena sperimentale, quella più libera e disinteressata alle difficoltà che possa avere un lettore a seguire la storia. Qui ho cercato di alleggerire il materiale che era molto denso con aspetti anche tragici. Ho cercato di essere rispettoso. Il titolo “Sweet Salgari” indica anche il mio atteggiamento. So che l’autore è il meno indicato per avere una percezione obiettiva del proprio lavoro, spero che ne esca un lavoro compiuto che restituisca una figura rispettosa di quello che è stato Salgari e di tutto quello che rappresenta questo scrittore. Penso che fare fumetti sia un lavoro molto difficile, ci vuole un bel po’ di tempo per dominare un mestiere così. Per me è un continuo ‘lavori in corso’ che proseguirà anche dopo questo libro”.

Domande del pubblico: “Ho letto la dedica a Sergio Bonelli recentemente scomparso, lavorerai ancora per questa casa editrice?”

Paolo Bacilieri: “Continuerò a collaborare con la Bonelli. Quest’anno credo in autunno uscirà una storia di fantascienza che ho disegnato con sceneggiature di Antonio Serra. È un romanzo di quasi 300 pagine a cui tengo molto perché non ho mai fatto fantascienza pura, è da ‘Corriere dei ragazzi’. “.

Domande del pubblico: “Hai un approccio alla tavola, molto vario soprattutto per la composizione, volevo sapere in che maniera decidi di utilizzare tre vignette piuttosto che dodici”

Paolo Bacilieri: “Diciamo che di solito parto da uno storyboard molto approssimativo è quasi un geroglifico che mi dà il ritmo approssimativo della storia. Spesso succede che mi viene in mente un’altra scansione per la scena e quindi in corso d’opera le soluzioni di composizione possono cambiare anche all’ultimo momento. Il fatto di scansionare le tavole peggiora il tutto perché posso smontarle e rimontarle facilmente. E quindi direi che non c’è una regola fissa”.

 

 

3 Comments

  1. Bilbolbul 2012 – Salgari secondo Bacilieri · 6 marzo 2012

    […] blog di Bilbolbul, la trascrizione completa del dialogo tra Paolo Bacilieri e Claudio Gallo durante la presentazione svela molti interessanti retroscena […]

  2. - Vivi Capena · 24 marzo 2012

    […] ha sottolineato Claudio Gallo durante la presentazione del volume al festival fumettistico Bilbolbul, Bacilieri ha fatto uno straordinario lavoro di documentazione, […]

  3. Sweet Salgari | ilcantooscuro · 15 maggio 2012

    […] suo fumetto, Sweet Salgari, è un’elegia per immagini, celebrazione di un grande scrittore e di un mondo, quello […]

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