Qualche ricordo su Paolo Bacilieri
Devo confessare (debolezza di critico) una mia notevole simpatia – e pertanto forse una certa parzialità, magari addirittura della positiva faziosità – verso il lavoro di Paolo Bacilieri. Uno dei Davvero Grandi autori italiani di fumetto, senza dubbio oggetto di attenzione ma forse non osannato in proporzione ai suoi notevolissimi meriti: originalità grafica assoluta, del tutto personale e inimitabile.
Se guardo i suoi più recenti exploit – gli episodi della serie bonelliana Jan Dix da lui disegnati, il suo principale impegno attuale – mi sorprendo non solo ad ammirarli ma anche a riandare alla straordinaria evoluzione di un autore come lui, che per caso fugacemente conobbi bambinetto.
Si era a metà anni Settanta, primissime edizioni della Treviso Comics di cui ero al tempo fra gli organizzatori, e ricordo che un minuscolo ragazzetto e una signora (la mamma?, la nonna?, chi si ricorda?) vennero a chiedermi un giudizio sulle eventuale prospettive del bimbo che amava disegnare, facendomene vedere certe acerbe prove. Devo avere manifestato qualche perplessità e comunque i problemi di una professione come quella del fumettaro. Ma tant’è, il bimbo doveva essere davvero arso dalla passione… Perché vari anni dopo ne vidi l’opera addirittura nella celebrata pubblicazione francese A SUIVRE. Avrei ricostruito in seguito che nel frattempo aveva studiato al Liceo Artistico e all’Accademia e che aveva appreso i segreti del mestiere andando “a bottega” [accezione strettamente medieval-rinascimentale] dal Maestro Manara. E se inizialmente il suo stile del Paolino ne aveva assorbito le caratteristiche, tuttavia all’inizio del 1988 si affacciava – ancora da A SUIVRE – con la una creatura totalmente sua, Barokko, scritta e disegnata in uno stile del tutto diverso. Debitore bensì di vari retroterra (da Will Gould all’underground a molto altro) ma amalgamato in maniera sorprendentemente originale.
Da allora, quante se ne son viste di “cose” sue… Da vari episodi di Barokko ad altro, specie quella storia che personalmente considero il suo capolavoro, Durasagra Venezia über alles, fino all’approdo anche al fumetto popolare: dove, con questo aggettivo, intendo i comics a larga diffusione, “da edicola”. E fu quando cominciò a collaborare alla creatura di Carlo Ambrosini, Napoleone: per alcuni dei cui episodi si occupò anche del testo.
Popolare o no, comunque, il disegno di Bacilieri rimane di una raffinatezza assolutamente insolita. Innanzitutto perché soltanto un mostro come lui riesce a fondere in maniera indissolubile quelli che sarebbero gli esiti di un algido calligrafismo con esplosive bordate di impostazioni d’avanguardia grafica e – a volte – con una fantasia piena di una inattesa grazia espressiva…
Mi fermo qui soltanto perché, per questa noterella, mi sono stati chiesti 3.000 caratteri, Ma andatevi a guardare di pagina in pagina gli episodi dei volumi cui accennavo sopra, e vedrete quante altre considerazioni sorgeranno spontanee anche a voi.
Paolo Bacilieri è l’autore dell’immagine ufficiale di Bilbolbul 2010