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BilBOlbul prosegue, nella sua seconda edizione, con l’obiettivo di riportare all’attenzione l’opera di grandi maestri che non hanno ancora avuto un diffuso e meritato riconoscimento artistico. Quest’anno la mostra principale del festival sarà dedicata a Gianni De Luca, di cui saranno esposti i lavori di tutta la sua carriera, più che quarantennale. |
Gianni De Luca. Il disegno pensiero esporrà circa 250 opere, grazie alla collaborazione di Laura De Luca e di alcuni altri collezionisti: dalle tavole della prima storia pubblicata su “Il Vittorioso”, Il mago Da Vinci, a tutta la produzione di cine-romanzi storici, alle illustrazioni e copertine per “Il Giornalino”, fino ai grandi capolavori de Il commissario Spada, della trilogia shakespeariana, di Paulus, senza dimenticare i rifacimenti de Il giornalino di Gian Burrasca o de La freccia nera, e i disegni inediti.
La mostra, che avrà un percorso cronologico, permetterà allo spettatore di seguire gli sviluppi dello stile di De Luca, di apprezzarne l’eleganza del segno, la plasticità delle figure, la varietà incredibile di soluzioni tecniche, la precisione nella documentazione storica, la grande attenzione e resa delle architetture - che non hanno mai una mera funzione scenografica ma diventano esse stesse personaggi -, la capacità di creare indimenticabili gallerie di ritratti. |
Particolare spazio sarà dato alle più significative innovazioni formali ideate da De Luca attraverso una ricerca che si fa via via più tesa e originale a partire dal 1970 e dalla pubblicazione de Il Commissario Spada, opera assai coraggiosa anche sul piano del contenuti, se si pensa che nelle storie appariranno, in certi casi per la prima volta in assoluto, temi come la droga, la criminalità organizzata, la crisi della nostra società dopo il miracolo economico, lo scontro generazionale, le comunità hippies, il terrorismo, le ombre della guerra civile durante la Resistenza. |
De Luca, vero e proprio regista in grado di pensare e dare forma ai diversi contenuti che via via si trova a rappresentare, inventa soluzioni sempre più rivoluzionarie, ma mai gratuite e senza perdere in fluidità di lettura: la rappresentazione del movimento, le inedite soluzioni nell’impaginazione della tavola, l’annullamento della scansione delle vignette a favore di uniche “tavole-sequenza”, la compresenza di tecniche pittoriche e grafiche: tutte invenzioni che lo pongono a pieno diritto tra i grandi sperimentatori internazionali a lui coevi: da Crepax a Moebius, da Eisner a Toppi.
La mostra infine vuole essere anche un invito a confrontarsi con l’estrema consapevolezza teorica dell’autore: schivo nei modi e sempre legato al mondo poco appariscente del fumetto per ragazzi, De Luca ha via via elaborato lucide riflessioni sul fare fumetto, sul ruolo civile e pedagogico di chi crea immagini, sul disgeno come forma di pensiero e di esplorazione della realtà: “Disegnare è seguire linee, trasformazioni, regressi, accettare deperimenti ed involuzioni. Il disegno insegna ad accettare la vita e i suoi sradicamenti. Forse. A non rimanere per sempre mummificati davanti a quello che si sceglie di vedere una volta per sempre". |
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