Thomas Ott, richiami e suggestioni in bianco su nero.
Thomas Ott.
Richiami e suggestioni in bianco su nero.
di Claudio Nader
C’è uno stupore per le immagini, nei lavori di Thomas Ott, che rimanda al periodo del cosiddetto “precinema”, quel periodo di fascinazione per la fotografia e il movimento che ormai è pura preistoria. Tra le sue tavole e i suoi segni si respirano le magie della fotografia su pellicola, le proiezioni di luce che stupivano i neonati spettatori di un’arte nuova, che oggi è prassi.
Thomas Ott è nato nel 1966 e le sue opere sono inconfondibili nel panorama del fumetto contemporaneo, pur sviluppando, come detto, abitudini preistoriche che stupiscono i lettori del XXI secolo come fossero gli spettatori dei primi grandi cineasti internazionali.
I richiami sono molti e affascinanti, adatti almeno a rapide e suggestive ricerche sul web.
Difficile, ad esempio, non ritrovare l’eleganza di Viking Eggeling e della sua Symphonie Diagonale, impossibile non collegare i racconti grotteschi di Ott alle storie in stop-motion di Ladislas Starevich, virtuoso regista che lavorava con corpi di insetti defunti, facendogli vivere vicende aristocratiche e grottesche.
Quello che c’era in questi autori era il senso della scoperta comunicato al proprio pubblico, la scoperta di un nuovo mondo espressivo frutto di tecnologie innovative. Simile effetto si ritrovava e si ritrova nelle opere di Aleksandar Alexeieff, autore del celebre Una notte sul Monte Calvo e inventore dello schermo di spilli, tecnologia che ha portato nella storia del cinema gli effetti visivi dell’acquaforte, che ancora ci riporta ad Ott.
Altro aspetto così fortemente preistorico, nelle sue opere, è il mutismo, l’assenza di parole dei suoi personaggi che rimanda all’assenza del sonoro in un tempo in cui tra cinema e cinema d’animazione non c’erano ancora differenze.
Sembrano scaturire da quel tempo arcaico, i piccoli segni da incisione che Ott rilascia in bianco su nero e che ci permettono oggi di definire il suo lavoro con l’espressione “fumetto muto”.
In questo senso, allora, le sue opere richiamano quelle di Frans Masereel, considerato oggi uno dei primi autori di graphic novel, seppur incisore tradizionale.
Oltre ad altri autori di fumetti muti, quindi, come il celebre Jason e la nuova stella Shaun Taun, il lettore interessato ad Ott potrà sicuramente trovare soddisfazione nel mare di richiami che quelle sue immagini in bianco e nero svolgono, tra le opere più lontane e quelle più vicine.