BilBolBul presenta: Nicola Mari

BilBolBul presenta: Nicola Mari

Ferrarese, del 1967, Nicola Mari dopo gli studi artistici muove i suoi primi passi da disegnatore professionista nel 1987, realizzando fumetti erotici per la Edifumetto. Continua la sua attività di fumettista con la casa editrice Acme, lavorando, in contemporanea, come grafico pubblicitario. Nel 1989 inizia a collaborare stabilmente con la Sergio Bonelli Editore lavorando alla prima stagione di Nathan Never e, a partire dal 1995, entrando stabilmente nello staff di Dylan Dog. Nei primi anni Novanta, Nicola Mari presta il proprio segno anche per le case editrici Glamour International, Glittering Images, e per le Edizioni Scarabeo. In tempi recenti Edizioni Inkiostro ha dedicato un Art Book alle sue opere extra fumettistiche. Attualmente sta concludendo la seconda storia realizzata insieme a Barbara Baraldi per Dylan Dog.
Durante BilBOlbul 2016 gli è stata dedicata la prima mostra personale, intitolata Out Now.

dylan-dog-2016-sergio-bonelli-editoreQuest’anno il BilBOlbul compie dieci anni. Dal tuo punto di vista, qual è stato l’apporto che ha offerto nel panorama italiano delle sempre più numerose manifestazioni dedicate al fumetto?
Di aver offerto al fumetto una veste inusuale e, al tempo stesso, quanto mai coerente e adeguata a questo linguaggio.

Molto spazio nel programma del BilBOlbul è dedicato all’infanzia. In che modo ti sei approcciato al fumetto, e quale credi sia la formula più adatta per far avvicinare un bambino a questa forma espressiva?
Da bambino fui sedotto dal fumetto non in quanto tale, non in quanto “il fumetto in generale”, ma in quanto espressione particolare di quegli autori in grado di catturare la mia attenzione e di sedurmi attraverso il loro stile, trasformando l’oggetto della mia attenzione in oggetto d’amore.
Ciò detto, se si considera che i bambini procedono per categorie essenzialmente emotive, risulterà più facile comprendere che per comunicare con essi la via razionale è probabilmente la meno adeguata.
Da questo punto di vista, ritengo che anche il fumetto per potersi rivolgere a un bambino debba rendere possibile una sorta di messa in moto sentimentale che aiuti il giovane lettore a “sentire”, giacché non tutto esiste per essere compreso, e questo i bambini lo sanno molto meglio degli adulti.

Sei presente a BilBOlbul con la tua prima mostra personale, dal titolo Out Now. Come è nato l’allestimento?
Dalla passione che i curatori e gli organizzatori nutrono per gli infiniti modi attraverso cui la cultura riesce a comunicare se stessa.

mariLa mostra si articola in tre temi (Dylan Dog, Nathan Never e Eros e noir). Come sono state scelte le tavole e cosa accomuna queste tue opere?
La mostra Out Now è coerente con il percorso tematico sviluppato dall’Art Book. In questo senso si potrebbe considerare la mostra come un libro aperto sui miei lavori extra fumetto.
Ritengo che ciò che accomuna tra loro tutte le opere (non mi abituerò mai a questa espressione), sia l’ossessione che le attraversa, ossessione per cosa non saprei. Di certo non potrei mai asserire che i miei disegni rappresentino il tentativo dar corpo alle mie ossessioni segrete, sarebbe un pensiero così manicheo…
Forse i miei disegni, per usare una formula senz’altro retorica e per amor della contraddizione, sono a immagine e somiglianza dei miei enigmi.
In fondo siamo tutti all’interno di un immenso enigma, da cui la necessità di creare codici, dispositivi, linguaggi, che ci aiutino a definire confini e perimetri che possano contenere l’angoscia che sempre sopraggiunge innanzi all’ignoto e all’indecifrabilità dell’esistenza. Anche la raffigurazione d’immagini, disegnate e non, potrebbe rispondere a questa esigenza fondamentale.

Cosa hai provato riguardando le tue tavole meno recenti?
La stessa sensazione che provo guardando un mio disegno di oggi: che non sono l’unico autore di quei lavori.
È mia convinzione che ogni nostra manifestazione espressiva, sia sempre determinata da qualcuno che sta dietro le quinte del nostro animo, colui che ci governa a nostra insaputa e che anima l’intero di noi, il solo in grado di concepire ciò che la parte più vigile di ciascuno non sarebbe nemmeno in grado di immaginare.
È dunque ipotizzabile che ogni nostra azione, altro non sia che l’oggettivazione di una decisione già stabilita dal nostro inconscio, il che implica un inevitabile scollamento tra autore e opera.
Inoltre, premesso che non ritengo i miei disegni arte -tutt’al più un piccolo evento culturale tra gli altri-, concordo sulla tesi del sublime Nietzsche secondo cui “l’arte getta al di là del tempo”: ciò che osserviamo, lo osserviamo sempre con gli occhi della nostra contemporaneità e all’interno di un preciso contesto.
Per esempio, i disegni di Out Now hanno preso vita nella solitudine del mio studiolo, in seguito raccolti nell’art book di Rossano Piccioni (pubblicato da Ed. Inkiostro; n.d.r.), hanno assunto una nuova vibrazione, e ora esposti a Bologna sono nuovamente trasfigurati da un altro spazio fisico e temporale, e infine, resi plastici dallo sguardo di coloro che li osserveranno nel corso della mostra.

Intervista condotta via mail a dicembre 2016.

mari3AL FESTIVAL

OUT NOW

18 NOVEMBRE ~ 18 DICEMBRE
ABC ARTE BOLOGNA CULTURA
A cura di
ABC Arte Bologna CulturaCon il contributo di
Luca Baldazzi
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