Racconti di infanzia con Marina Girardi, Lorenza Natarella e Cristina Portolano
Sabato 21 novembre alla libreria Trame si è tenuto l’incontro dal titolo “Racconti di Infanzia”, moderato da Alessia Napolitano della libreria Radice-Labirinto di Carpi, che ha visto la partecipazione di Marina Girardi, Lorenza Natarella e Cristina Portolano.
Le tre autrici hanno parlato dei loro lavori usciti per la collana di Topipittori “Gli anni in tasca graphics”, interamente dedicata ad autobiografie di infanzia e adolescenza narrate a fumetti, e nello specifico di “Capriole” per Marina, de “La Cìtila” per Lorenza e di “Quasi signorina” per Cristina, che verrà presentato al prossimo Napoli COMICON ed uscirà in libreria a maggio 2016.
Tema portante dell’incontro è stato naturalmente l’infanzia e che tipo di esperienza è stata renderla a fumetti, tra canzoni, viaggi e aneddoti divertenti legati ad essa.
Nei tre libri ciascuna di loro racconta, come nelle pagine di un diario, frammenti e momenti degli anni in cui erano bambine: dallo stretto rapporto con la montagna e le avventure in camper in giro per l’Europa di “Capriole”, alla famiglia numerosissima e i frequenti viaggi in macchina de “La Cìtila” fino alla Napoli viva, tra tradizione e modernità di “Quasi signorina”. Il tutto sempre condito da uno sguardo pieno di meraviglia e un pizzico di autoironia.
Alle tre fumettiste è stato chiesto in che modo quella parte della loro vita influenzi ancora la visione che hanno del mondo e come è stato riportare a galla e condividere con il pubblico certi ricordi e certe esperienze, tra autocensura e scelte drammaturgiche. Tutte si sono trovate d’accordo nel dire che non basterebbe un volume di poco più di 100 pagine per raccontare certe storie, e hanno espresso la volontà di continuare a farlo in futuro.
Si è parlato anche del disegno e, partendo dalla rilettura di un passo de “Il buio oltre la siepe” in cui la piccola protagonista Scout scopre quanto sia naturale per lei leggere, “come fare il doppio nodo alle scarpe da un groviglio di lacci”, è stato domandato alle autrici se sono sempre state consapevoli dell’importanza che il gesto di disegnare ha per loro.
E mentre Cristina dice di aver sempre saputo che il disegno sarebbe stato il suo futuro, Lorenza dichiara di averlo scoperto strada facendo anche grazie al costante supporto della famiglia; Marina invece, pur avendo intrapreso strade diverse nella vita, ad un certo punto si è resa conto che disegnare era per lei il modo più naturale di esprimersi.
L’incontro si è concluso con una riflessione su quanto l’occasione di poter parlare della propria infanzia sia stata importante e catartica per tutte e tre e abbia dato loro modo di capire e riscoprire molte cose di loro stesse, sopratutto nel momento in cui si sono ritrovate a doverla mettere nero -e non solo- su bianco per un pubblico di bambini e adolescenti.
Si è percepito un forte entusiasmo e la voglia di continuare a raccontare questo periodo della vita di ciascuno, delicato ma allo stesso tempo forte e sincero. Sarebbe certamente bello leggere ancora le avventure e i pensieri “bambini” di queste autrici, ciascuna unica nel suo genere.