5 tavole da “Il mondo così com’è” commentate da Massimo Giacon
Massimo Giacon (1961) è un artista eclettico: illustratore, designer, musicista, disegnatore di fumetti. Ha già collaborato con Tiziano Scarpa nella realizzazione del libro illustrato Amami (2007), nato dalla giustapposizione tra testi e disegni in bianco e nero. Nel 2014 questa collaborazione ha dato un’ulteriore frutto: la graphic novel Il mondo così com’è, che riflette sui modi e sulla costruzione del linguaggio fumettistico.
Giacon si è prestato per noi a un piccolo gioco, commentando cinque tavole tratte dal fumetto e introducendoci così al dietro le quinte della sua realizzazione.
Questa è una delle pagine con cui si apre la nostra storia: siamo in un’aula universitaria, il nostro professore/narratore si vede di schiena, e vediamo una parte degli alunni, poi in un controcampo lo vediamo di fronte, e vediamo, negli ultimi banchi, Paulo e Francisca, che commenteranno in maniera irriverente la lezione per tutto il libro.
La pagina serve a semplificare in uno schema banale come noi percepiamo la realtà. E’ una delle immagini in cui smaccatamente dichiaro il mio amore per Jim Flora, grande illustratore di copertine di Jazz, libri per bambini e riviste di scienze e tecnologie molto popolare in America tra gli anni ’60 e ’70. Il suo modo di disegnare le case, gli alberi e le persone sono grande fonte di meraviglia per me. Era completamente dimenticato in patria e praticamente sconosciuto da noi, ma per fortuna in America hanno stampato due bellissimi volumi sul suo lavoro.
Nel gruppo dei “furti grafici divertenti”, trattandosi di un libro pieno di tranelli grafici e verbali, non poteva mancare un omaggio alla Settimana Enigmistica e in particolare all’” Enigma con la Susi”. Qui manca il malefico corvaccio, e non bisogna risolvere un enigma, ma più banalmente trovare le differenze tra una vignetta e l’altra, che nel nostro caso sono abbastanza palesi. Ci sono 21 differenze, ma alcuni lettori sono riuscite a trovarne di più (questo vuol dire che le loro allucinazioni si sono sommate a quelle del nostro protagonista).
Questa è stata una delle parti della sceneggiatura di Tiziano Scarpa più difficile da risolvere. Il termine “risolvere” non è sparato a caso, dal momento che spesso si presentavano nel testo dei momenti che erano delle vere sfide per la visualizzazione e la necessità di arrivare al lettori nel modo più chiaro e corretto. Qui il pensiero di Alfio doveva prendere la forma di un veliero, e il veliero doveva essere costituito di termini marinareschi. Per fortuna a un certo punto abbiamo concordato che non era necessario che ogni parte del veliero fosse composta delle stesse parole che definivano quella parte specifica del veliero stesso, altrimenti mi sarei sparato.
Al di là del fatto che appena ho letto il soggetto della storia scritta da Tiziano mi sono detto “questa è la storia giusta”, la cosa che mi piaceva è che a un certo punto c’era una bella esplosione. E cosa c’è di più gratificante, in un fumetto, che
disegnare un’esplosione? La verità è che mi sono entusiasmato all’idea di disegnare questo fumetto soprattutto perchè dovevo realizzare anche questa doppia pagina.