Il Primo Giorno del Festival
La terza edizione del festival si è aperta ieri con due importanti incontri che hanno subito messo fortemente l’accento sul tema portante della manifestazione: raccontare la Storia col fumetto.
a cura di Valerio Stivè
SERGIO BONELLI. RACCONTARE LA STORIA, RACCONTARE L’AVVENTURA.
Il primo dei due si è svolto alla libreria Feltrinelli Ravegnana ed aveva per protagonista Sergio Bonelli con l’intervento di Enrico Fornaroli.
L’editore milanese è stato accolto da un pubblico numeroso, in una sala piena di appassionati di ogni età. L’editore ha parlato del rapporto con la Storia che hanno avuto i suoi personaggi durante una carriera di scrittore e sceneggiatore durata più di 50 anni. La sua creatura, Mister No, ma anche Tex o Zagor, hanno sempre vissuto le loro avventure in contesti estremamente realistici e, come ha dichiarato Bonelli stesso, il suo impegno è sempre stato quello di rispettare la Storia, sulla quale non si è “mai permesso di scherzare sopra“.
Mister No nacque proprio da questa serietà e passione per la storia e la cultura di un luogo come l’Amazzonia; sarebbe dovuto inizialmente essere un serial di fantasia, ma un volta visti direttamente i luoghi in cui era ambientato, Bonelli non volle tradirli e snaturarli con una rappresentazione non realistica.
Nonostante inserire elementi di fantasia sia un espediente per divertire ed appassionare il lettore, lo scrittore e i suoi collaboratori non si sono mai stancati di documentarsi e, per quanto lo riguardava, di vivere anche in prima persona certi luoghi ed avventure.
Quindi i racconti, gli aneddoti e i retroscena sui suoi personaggi sono stati i protagonisti della lunga chiacchierata molto informale di un simpatico “nonno del fumetto italiano” che per più di due ore ha divertito il pubblico con battute ed un tono molto amichevole. Non è mancato anche un fuori programma con l’inervento di un anziano padre missionario da più di 50 in Amazzonia, corrispondente di Bonelli, che ha sensibilizzato il pubblico sulla condizione degli Indios, salutando infine con le parole: “L’Amazonia e gli Indios vivranno sempre!”
OESTERHELD, L’ETERNAUTA.
Il secondo importante appuntamento che ha distinto la prima giornata è stato la proiezione del film-documentario HGO sulla vita e l’opera di Hector German Oesterheld, lo sceneggiatore argentino creatore de L’Eternauta, sequestrato ed ucciso nel 1977 durante la dittatura argentina.
Sono intervenuti Goffredo Fofi, Carlos Sampayo e Sandro Mezzadra, introducendo la figura di uno scrittore che è entrato nella storia non solo del fumetto argentino, ma di quello mondiale, per quella sua capacità non solo di raccontare la Storia, ma di filtrarla attraverso li occhi e la mente di un pensatore e attivista impegnato contro un regime dittatoriale. Oesterheld fu colui che più di tutti ha usato il fumetto come arma, come mezzo di cultura e non solo di intrattenimento, al fine di svegliare e muovere coscienze, ma soprattutto anche per portare una testimonianza, viva, indelebile ed indipendente.
Il lungo documentario vedeva coinvolti ed interpellati i suoi colleghi ed pochi familiari sopravvissuti (le sue figlie furono infatti brutalmente sequestrate ed uccise a loro volta). Si tratta di testimonianze scioccanti, immagini non troppo familiari per il pubblico italiano, di una pagina di Storia ancora non abbastanza conosciuta.
Nella prima parte del film viene raccontata l’opera di Oesterheld come innovatore e sviluppatore di un genere d’avventura adulto ed impegnato, fin’allora impensabile in una scena fumettistica argentina fatta prevalentemente di pubblicazioni giovanili; nella seconda parte si conosce invece Oesterheld come uomo dalla coscienza politica e sociale molto forte, un oppositore che pagò con la vita l’esercizio delle sue convinzioni democratiche.
Solo un gran silenzio ha seguito la fine della proiezione, a testimoniare il sentimento di smarrimento e commozione capace di suscitare una storia così drammatica.