Altan: uno, Trino, centomila
Altan: uno, Trino, centomila
di Loris Cantarelli
Ha un solo nome di battesimo e un doppio cognome, ma Francesco Tullio-Altan (nato a Treviso il 30 settembre 1942) sotto la semplice firma Altan racchiude un’attività multiforme.
Illustratore per riviste, scenografo e sceneggiatore per cinema e televisione, nonché vignettista satirico fin dai tardi anni Sessanta, debutta come fumettista per bambini nel 1972 e per adulti nel 1974, mantenendo a tutt’oggi una qualità impressionante e un successo incessante in tutti campi del suo lavoro… per di più con una discrezione che nella consueta “fiera della vanità” di oggi potrebbe sembrare provocatoria ma è anzi segno di professionalità.
Nei fumetti, la sua presenza è una e trina: lo s’incontra nelle storie per bambini anche d’età prescolare (che, nonostante siano il pubblico più esigente, gli tributano da sempre un affetto senza pari), lo si ritrova nei suoi graffianti romanzi a fumetti (clamorosamente misconosciuti ma attualissimi) e tiene desta la nostra intelligenza con le sue vignette satiriche (che non rappresentano mai la spudorata protervia degli uomini politici, ma il rassegnato disorientamento dei cittadini).
Nella produzione per l’infanzia la star è naturalmente la Pimpa, cagnolina a pois apparsa con il suo padrone Armando sul Corriere dei Piccoli il 13 luglio 1975 e da allora in oltre 800 storie di 3-4 pagine, più un mensile ininterrottamente in edicola dal settembre 1987, un migliaio di pagine di giochi, una trentina di libri illustrati, 52 episodi animati, uno spettacolo teatrale e perfino un asilo nido a Forlì. A lei si aggiungono i ristampatissimi (in tutto il mondo) libri del camaleonte Kamillo Kromo e i prescolari di Kika, nati entrambi nel 1978, affiancati dalle ammalianti illustrazioni per oltre 25 libri di Gianni Rodari ristampati dal 1992.
Le raccolte Due storie di fine millennio (Comix 1996) e Romanzi sconvenienti (Bompiani 1999) aiutano a riscoprire i “graphic novel” di Altan, dai taglienti Casanova (1976), Colombo (1976) e Franz (1980) su san Francesco, ai bizzarri Friz Melone (1977) e Cuori pazzi (1980), agli avventurosi Ada (1978) nell’Africa nera del 1939 e Macao (1985) nell’Oriente misterioso del 1974. Tra le vignette, dopo l’irriverente divinità Trino (1974-75) e il suo padrone sprezzante e materialista, tutti ricordano il disincantato operaio metalmeccanico Cipputi (dal 1976) che commenta avvenimenti italiani e internazionali, così come mogli e mariti, genitori e figli incastrati tra pubblico e privato, osservatori impietosi della realtà.
Spesso affini ai personaggi della divina Ellekappa per le loro deformità fisiche, a volte quelli di Altan ci strappano un riso amaro (fulminante la frase “Ho pensieri che non condivido”), ma in fondo “Il secondo millennio è andato in prescrizione. Si ricomincia daccapo”, come diceva una copertina di Linus. Che poi può essere un auspicio o una minaccia…
Al lettore l’ardua sentenza.
Mostra di Altan
Museo della musica – Strada Maggiore, 34
Incontro con l’autore e inaugurazione: sabato 7 marzo, H 13 Altan firma la pimpa: |