Puck Comic Party: intervista d’autore
“Puck!” è una rivista di fumetto underground creata e diretta da Ivan Manuppelli. Una piccola oasi di delirio organizzato che nel corso degli anni ha coinvolto fumettisti italiani e stranieri. Ivan Manuppelli e Sergio Ponchione intervistati da Akab
Akab: Si, A chi e come è venuta l’idea della struttura “cadavere squisito”?
Manuppelli: Allora… l’idea mi è venuta dopo il Cava fumetto, l’omaggio a Cavandoli che uscì su Puck numero 1. Lì c’erano 30 disegnatori umoristici uniti nella stessa storia. Con molti di quelli mi sono sentito anche in seguito, come Sandro Dossi, l’autore di Geppo, che per molti è improbabile come firma su una rivista di sozzerie come Puck. E invece ci sta da dio. Vabbeh, fatto sta che ho pensato a questo: era il momento migliore per fare una cosa del genere. Ci sono autori giovani bravissimi come Fabio Tonetto o Tiziano Angri, altri in gran forma come te, Ponchione, Bacilieri, Rosenzweig, i grandi vecchi dell’underground, i vecchi di carosello persino. Era il momento storico ideale.
Ponchione: Un Frankenstein con parti di vecchi e nuovi autori insomma.
Akab: La prima cosa sorprendente che salta fuori sfogliandolo la prima volta è che sembra tutto sommato omogeneo. Compatto.
Ponchione: Ivan è stato bravo a scegliere gli autori in sequenza perché gli stili fossero raggruppati e il passaggio da un “gruppo” a l’altro non fosse troppo brusco.
Manuppelli: Ecco, questo aspetto è stato un’ansia. Controllavo l’e-mail tipo tutte le notti, da ossessivo compulsivo. Ad esempio, una cosa che volevo fare era mettere Vincino assieme a Castelli, però non tutti i passaggi che volevo sono riusciti.
Ponchione: Sì a volte sono più marcati, ma ci sta, è un buon equilibrio.
Akab: Parliamo di questo. Praticamente tutte le firme storiche di satira italiana che ci sono non riescono a fare a meno di nominare Berlusconi. Io quelle le ho sentite come note stonate
Manuppelli: Beh, non proprio tutte. Vincino, Luttazzi e Sparagna se ne sono fottuti. Staino poi ha aperto la grande sequenza di Puck che perde il cazzo. Mi aspettavo una cosa politica e invece l’ha buttata in caciara. È stato grandissimo, in questo. Comunque anche io avrei evitato Berlusconi. C’è troppo Berlusconi in ognuno di noi, purtroppo. Io mi sono promesso di non disegnarlo più. Il fatto è che molti in qualche modo associano il nano Puck al nano Berlusconi. Ma sono molto diversi, Puck le puttane le paga… poco.
Ponchione: Berlusconi per fortuna non dovrò, spero, più disegnarlo per Linus… Personalmente l’unico appunto che trovo è una sovrabbondanza di peni, cacche, scoregge ecc… Ok, è underground, ma le cose che rimangono più in testa sono le invenzioni un po’ più studiate e costruite.
Akab: Allargo la questione. Sarà perché sono pazzo, ma una delle chiavi di lettura che più mi ha appassionato è quella psicoanalitica. Voglio dire: 100 e passa autori liberi di esprimersi e in brevissimo tempo in sole 3 vignette, in qualche modo si svelano. Per esempio Rosenzweig sembra volerci bacchettare tutti. Altri fanno un richiamo all’amore e alla normalità. Sunda suggerisce di farci una pera. E tutti gli autori dopo in qualche modo ne prendono le distanze.
Ponchione: Jay Lynch è stato grande perché ha unito il pene di Puck sostituito a una serie di creazioni grafico narrative che gli hanno dato una “dimensione” più profonda, arf arf…
Akab: Io questi passaggi li ho adorati. Anche nella loro miseria. Erano vivi.
Manuppelli: Jay Lynch ha risollevato la storia tantissimo. È stato come un effetto domino, da lì in poi.
Ponchione: Faccio una domanda io, posso? Ivan: come ti sei organizzato per le traduzioni e il lettering? Ogni font sembra studiato per ogni disegnatore, e calza benissimo.
Manuppelli: Praticamente mi ritrovo d’estate, a casa (cazzo!) barricato nel mio bunker con la tipa che ovviamente sbrocca, perché quando c’è Puck sparisco per giorni, e provo a fare il lettering, ma il lettering a computer con dei fonts, ovviamente scaricati, mi fa cagare. Ammazza il disegno, e allora chiedo a Ema di ricalcare lettera per lettera. Ma lui parte (o finge di partire). E quindi ci provo io. ricalco le lettere per ogni autore, ma poi scazzo al terzo e riscrivo a tutti gli americani se sono così disponibili da rifarlo interamente in italiano.
Ponchione: Già. Così gli hai mandato la traduzione e loro hanno riletterato…
Manuppelli: Pensavo che gli autori stranieri mi mandassero a fare in culo, invece hanno apprezzato… sì, hanno riletterato tutto… bomba! Poi da qualcuno mi sono fatto aiutare: la mia ragazza, la mia cantante, Ema appunto… ma il grosso l’hanno riletterato loro apposta per l’Italia.
Ponchione: Anche questo dà molta omogeneità all’insieme.
Akab: Non è da poco lavorare a progetti di gruppo che in qualche modo sospendono lo stupido ego del singolo in favore di un perdersi nella storia collettiva. Sono aspetti che avevate valutato?
Manuppelli: Sì, credo. Magari inconsciamente. Ma credo di sì.
Ponchione: Volevamo un fumetto comunista!
Manuppelli: Ma non solo questo numero, tutti i The Artist e Puck giocano sul collettivo. Mi piace mischiare le carte. Nei numeri scorsi ci sono Mike Diana e Bacilieri, ci siete voi, ma c’è anche Franco Trincale, o il grande Cavandoli, o Roberto Mangosi. Guarnaccia lo chiama il primo fumetto OGM della storia.
Ponchione: Mi sembra comunque che i contributi oltre a costituire un grande unicum mantengano la loro singolarità, siano double face insomma.
AL FESTIVAL:
3 MARZO
H 15
INCONTRO
PUCK COMIC PARTY
MODO INFOSHOP
CON IVAN HURRICANE, EMANUELE FOSSATI E FRANCESCA GHERMANDI
INTERVIENE THOMAS MARTINELLI