Guerre ai margini: Gipi e Andrea Bruno
Il confronto tra Andrea Bruno e Gipi si sviluppa analizzando le peculiarità dei loro personaggi: solitari quelli del primo, abbandonati dentro a un ambiente ma senza una vera forma di società apparente a fare da tramite; al contrario, in Gipi i protagonisti sono legati da un senso forte di amicizia, ma al di fuori non sembra esserci spazio per gli adulti, per la società. Questo deriva dalla storia stessa di Gipi, dalla sua adolescenza; periodi della vita che riconosce possedere una forte carica, ma ùche ha in se una forma di disperazione: da una parte la libertà, dall’altra la mancanza di esempio, di un aiuto.
Parlando di fumetto in senso stretto, per Gipi non è il fine, ma il mezzo. L’importante sono le storie, del fumetto paradossalmente non gli interessa “nulla”, è arrivato a questo mezzo perché il suo disegno da solo e le sue parole da sole non erano sufficienti. I quadri cercavano la sequenzialita, le parole non reggevano da sole. L’evoluzione del suo stile nasce di conseguenza, dai racconti brevi a olio è passato alla scelta di una maggiore leggibilità del tratto per i romanzi lunghi, fino all’estremo di LMVDM.
Per Bruno è quasi il contrario: la sua è una ricerca di una sorta di pesantezza del segno, per sorreggere storie che rimangono vaghe. Il disegno dà solidità alle storie, che altrimento sarebbero quasi niente. Fin dai suoi inizi ha mantenuto lo stesso atteggiamento nel disegnare, l’attenzione per il segno. Un incontro decisivo per lui sono stati i disegni di Mattotti, per Stigmate. Curiosamente un volume importante anche per Gipi.