“La fine dell’amore. Graphic short stories” a cura di Ilaria Bernardini
I racconti di Ilaria Bernardini già pubblicati da ISBN Edizioni sono diventati una raccolta illustrata. Tredici graphic short stories interpretate da altrettanti tredici talenti italiani.
“La scelta principale è stata fatta dalla casa editrice Hop! che mi ha proposto gli artisti già in relazione a ogni singolo racconto. – ci ha raccontato Ilaria – Alcuni li conoscevo già mentre altri sono state delle bellissime scoperte. La scelta è stata fatta in base allo stile e alla maniera di raccontare, il ritmo: ogni racconto ha come un solfeggio a se. È stato un lavoro molto fluido, di sceneggiatura e analisi anche delle tavole. Io e i disegnatori ci siamo mandati avanti e indietro il materiale più volte, per renderlo più bello e efficace possibile. La trasformazione o la scelta di alcune parole da parte dei disegnatori, così come la mia visione delle tavole, è stata costante ed è anche il bello di un progetto come questo.”
Ilaria Bernadini è una scrittrice, sceneggiatrice per il cinema e autrice per la tv, con “La fine dell’amore” si è confrontata per la prima volta con il mondo dei fumetti.
“Sono una grande fan e divoratrice delle graphic novel, sono cresciuta leggendo moltissimi fumetti e questo libro arrivato per caso e per intuizione altrui è per me una grande felicità. Mi piacerebbe farne altre, c’è un’altra raccolta di racconti che credo si presterebbe bene a essere disegnata.”
La fine dell’amore non è in questo libro intesa sempre in modo classico o romantico, può significare tantissime cose oltre al deteriorarsi del legame di coppia. Le tredici storie sono diversissime tra loro: comiche, torbide, surreali, ingenue, malinconiche, violente. Amore, ma anche follia e morte, dolore e risate si alternano senza sosta in un libro caleidoscopico.
Si comincia con “I nodi nei capelli” di Monica Barengo che racconta in modo delicatissimo la storia d’amore tra un’adolescente e un ragazzo più grande.
“Non è stato difficile, – ci ha confidato Monica – in realtà penso che sia più difficile disegnare un amore violento. Questo era un amore puro e consenziente tra due persone che hanno solo un’età diversa. Credo che l’età anagrafica non corrisponda sempre all’età biologica, è la stessa Nicole a sentirsi molto più grande dei suoi compagni di scuola. Credo che non tutti a tredici anni siano maturi per capire l’amore, sappiano chi sono e cosa vogliano diventare. Questo può essere un problema se vogliono già condividere la loro vita con qualcun altro. Secondo me l’importante è non perdere di vista il nostro sviluppo individuale e non farci trascinare dai sogni altrui perdendo di vista noi stessi, ma questo non mi sembra appunto il caso di Nicole che sogna di diventare una ballerina, quindi sì, secondo me si può capire l’amore anche da piccoli così”.
“Mariolina mia” di Mabel Morri è una delle storie più commoventi del libro, la lunga lettera d’amore di un uomo ormai anziano che saluta per sempre la compagna di una vita.
“Lui e lei verso il nord” di Silvia Rocchi è un racconto inusuale, a tratti assurdo, realizzato con una tecnica mista di matite colorate, gomma e acrilici che rende benissimo l’incertezza del legame tra i due protagonisti.
“Il finale suggerisce diverse soluzioni, ma visto che è uno spaccato di una vacanza è come se ricalcasse effettivamente la realtà, chi lo sa cosa succede dopo che si è tornati? Non mi sono posta il problema” ha detto Silvia.
Chiara Leardini è la vincitrice del contest organizzato da Hop! Edizioni. Il suo “La fine dell’amore” racconta attraverso il flusso di coscienza una classica storia d’amore giunta al termine. Tra sogno e realtà l’inconscio della protagonista raccoglie faticosamente i propri sentimenti attorno agli oggetti di tutti i giorni.
Difficile definire “Tornano tutti a casa” di Marco Galli. La vicenda si colloca tra noir e comicità raccontando un misterioso “scambio di gatta” con un finale a sorpresa che non vi sveliamo.
Chi ha detto che l’amore per qualcosa può essere meno forte che l’amore per una persona? In “Stile libero” di Jacopo Vecchio si parla della passione/ossessione di un uomo per l’acqua e per il nuoto.
“Non vorrei essere banale – ci ha raccontato Jacopo – “ma sì, ho provato qualcosa di vicino all’ossessione per qualcosa di inanimato. La banalità è che si tratta del disegno e del fumetto. Più che banale, direi che è un po’ ovvio. È iniziata come una passione, da ragazzino ne leggevo a quintali (esattamente come adesso) e volevo in qualche modo disegnarne. Piano piano sono andato vicino all’ossessione, ero consumato dall’idea di voler fare qualcosa… senza riuscirci, ovviamente, dato che non ero lucido o libero. Poi ho smesso (quasi) completamente di disegnare e dopo un po’ (qualche anno) con più calma, ho ripreso in mano le matite… ora si spera di riuscire a farsi prendere dalla passione più che dall’ossessione. A differenza del protagonista della mia storia non agogno a diventare acqua, grafite nel mio caso, vorrei riuscire a fare qualcosa di buono”.
L’antologia prosegue con “Hai qualcosa da dirmi” di Marta Baroni una storia che cerca di descrivere le sottili sfumature della fine silenziosa di un’amicizia. “Shut (citti tutti)” di Matteo Farinella è invece il monologo lisergico e psichedelico di un dolce matto, una dichiarazione d’amore per il fratello fuggito lontano in America.
“Acqua, acqua!” è una delle storie meno incasellabili di tutto il libro, con uno stile che ricorda molto da vicino Bret Easton Ellis.
“Ho interpretato questa storia sotto il segno dell’apatia.- ha dichiarato l’autore Akab – “La noia dei ricchi è sempre stato un argomento molto sfruttato sia in narrativa che nel cinema. Personalmente ho trovato questo tema trattato in molte deludenti opere recenti, tipo in Bling Ring della Coppola, Spring Breakers di Korine o The Canyons appunto scritto da Ellis. Insomma mostrare il nulla e la disperazione di queste vite superficiali è una questione che appunto ormai mi annoia. Proprio per questo mi è sembrato interessante farne una mia (ennesima) versione. Per raccontare bene la noia bisogna esserne profondamente annoiati”.
“Giorno da ciechi” di Amalia Mora racconta la discesa agli inferi di una donna incinta che è stata appena abbandonata dal compagno. La disegnatrice ha scelto una lugubre sfumatura di giallo per esprimere l’angoscia della protagonista.
“In realtà è un arancio molto acceso, che poi in fase di stampa è diventato quasi un ocra. – ci ha spiegato Amalia – In ogni caso la scelta di un colore così forte è legata a due motivi: il primo al periodo in cui è ambientata la storia, estate, caldo afoso e l’arancione mi è sembrato un buon colore soffocante, il secondo motivo ha un risvolto più metafisico, volevo un colore così forte e accecante quanto la perdita di lucidità della protagonista”.
“Andrea ama Anna anche con i capelli sporchi” di Elena Triolo è una delle storie più scanzonate e divertenti del libro. In una lunga telefonata il protagonista vede sfumare ogni possibilità di riconquistare la sua bella per concludere tra malinconia e umorismo affermando “tra due settimane starò meglio, tra quattro di più e tra sei mesi sarò di nuovo felice”.
“Credo che la “ricetta” proposta da Andrea sia un toccasana per un sacco di altri mali oltre a quello d’amore, – ha detto Elena – “tuttavia sono convinta che non sia il tempo l’effettiva medicina bensì come questo è impiegato; è necessario lavorare su se stessi per poter tornare a stare bene, il tempo è un ottimo alleato ma da solo non basta. Per guarire dalle ferite causate da un amore finito credo (per me ha funzionato) che sia importante riuscire a pensare che C’E’ DI PEGGIO, se l’amore è finito vuol dire che la persona con cui stavamo evidentemente non era fatta per noi, perché continuare a perderci tempo?”.
In “Questa mattina ti ho perso” di Silvia K la protagonista stila una lista di cose da fare per mettere in ordine la sua vita dopo la fine di un amore. A Silvia abbiamo chiesto qual è la sua personale “formula” per risolvere situazioni simili.
“Se lo sapessi, non sarei qui. Diciamo che disegnare fra un negroni sbagliato e l’altro sicuramente aiuta, ma non cura. L’amore è un po’ come l’herpes, non passa mai e nei momenti di difese immunitarie basse tornerà all’attacco come una mazza chiodata sulle gengive”.
“La fine dell’amore” si conclude con “Paul Maillon” di Matteo Pederzini. La storia è un viaggio kafkiano nella mente di un serial killer o forse no? Lasciamo a voi scoprilo.
Insomma a dispetto del titolo ci si diverte molto leggendo questa bella antologia, che se non fornirà possibili soluzioni alle vostre pene d’amore se non altro vi farà passare qualche ora in compagnia di alcuni dei migliori giovani disegnatori italiani. E quindi non sprecate tempo e lacrime, rideteci sopra!
La fine dell’amore sarà presentato in anteprima al Festival BilbOlbul di Bologna alla presenza di tutti gli autori il 21 novembre alle ore 18 alla libreria Ubik.
Mostra: La fine dell’amore
14 novembre – 5 dicembre
Camera a sud
via Valdonica, 5, Bologna
La fine dell’amore. Graphic short stories
Ilaria Bernardini +13 (Akab, Marta Baroni, Monica Barengo, Matteo Farinella, Marco Galli, Chiara Leardini, Amalia Mora, Mabel Morri, Matteo Pederzini, Silvia Rocchi, Sylvia K., Elena Triolo, Jacopo Vecchio)
Hop! Edizioni
240 pagine a colori
20,00 €
ISBN: 978-88-97698-18-0