La quarta necessità, intervista a Massimo Giacon
Nato dalla collaborazione tra il comico Daniele Luttazzi e Massimo Giacon, La Quarta Necessità è un racconto di formazione sui generis, che con cinica lucidità indaga la sensazione di sopraffazione e di fatalità alla base dell’atavica corruzione italiana.
Lo spirito satirico di Luttazzi e il tuo stile grottesco ed esuberante sembravano destinati a ritrovarsi: ma come il destino vi ha messo sullo stesso binario?
A dire la verità io e Daniele ci conoscevamo da molto tempo, complice l’amico in comune Igort, e anche Daniele Brolli. Ci conoscevamo da molto prima di tutti gli scandali. Daniele è un grande appassionato di fumetti, e non dimenticare che è stato il primo traduttore di Clowes. Dovevamo anche iniziare una collaborazione costante per la sua ultima trasmissione, Decameron, ma la trasmissione è stata bloccata da La7 prima che il mio intervento andasse in onda; si trattava di una “Cow Crucis” commentata da Daniele, con una mucca che andava al macello rispettando passo per passo le “stazioni” della Via Crucis. Inoltre, insieme allo studio di animazione Alienatio (Fabio Bozzetto e Diego Zucchi), avevamo realizzato una demo per un intervento animato per il secondo ciclo di trasmissioni (mai andato in onda), che si chiamava SfigaToons, e che potete vedere qui:
e tutte queste cose si perderanno come lacrime nella pioggia e bla bla bla….
L’apporto di Luttazzi si è sentito anche a livello di sceneggiatura e impostazione della tavola, o la parte prettamente “fumettistica” è tutta farina del tuo sacco?
Daniele ha scritto una sceneggiatura molto dettagliata, in cui ho infilato un po’ di idee grafiche che sono state discusse pagina per pagina insieme; in questo è stato un vero lavoro a 4 mani, lui non si è limitato a scrivere e poi a lasciarmela sbrigare da solo, e per questo è stato un lavoro graficamente stimolante per me, dove sono stato forzato a fare cose che altrimenti non avrei disegnato .
Il personaggio principale, Walter Farolfi, è antipatico, ipocrita e patetico. Risulta irritante già dalle prime pagine. Su cosa e chi vi siete basati per riuscire a dare un impronta così decisa al tuo personaggio?
All’inizio Daniele si era basato su una persona che conosceva la sua famiglia, per cui lui l’aveva conosciuto in età già adulta, ma poi ha lavorato di fantasia e ha costruito una storia in cui si è immaginato tutta la parte dell’infanzia e dell’adolescenza.
Una parte del fumetto, quella ambientata negli anni 60′, non ha potuto fare a meno di ricordarmi la commedia italiana che caratterizzava quel periodo: I Mostri, Il Medico della Mutua, una filmografia che sapeva cogliere il lato triste e grottesco dell’italiano medio. Un vostro omaggio a quei tempi?
Sicuramente. Siamo dei grandi estimatori di quel periodo inarrivabile. In Italia non siamo stati più capaci di descrivere la contemporaneità con quella freschezza e con quello spirito, che era davvero in grado di cogliere appieno la realtà di quell’Italia lì, e allo stesso tempo di essere commerciale e comprensibile da tutti.
Ho notato un notevole pulizia del tratto e della tavola rispetto ad alcuni tuoi precedenti lavori. E’ un cambiamento definitivo del tuo stile o un passaggio transitorio?
Questo non lo so. Mi rendo conto che questo lavoro, dal punto di vista grafico, è un punto di arrivo; questo non vuol dire che si tratti di un punto di non ritorno. Posso sempre migliorare nel futuro (o peggiorare). A ogni modo sono stato molto attento nel cercare di mantenere un flusso costante, senza cambiare troppo tra inizio e fine, cosa non facile considerando che questo lavoro ha richiesto quasi 2 anni di fatica (facendo nel frattempo moltissime cose contemporaneamente, ma con una dedizione costante, cercando di portare avanti questo progetto un pezzettino al giorno).
Sei d’accordo con il messaggio che il volume passa e sulla rappresentazione del “mostro” italiano? Il volume si conclude con la frase “Al suo funerale andarono tutti“. Siamo ridotti veramente così male?
Sicuramente fino al momento in cui è uscito il libro la situazione era questa, forse anche peggiore. Adesso non è migliorata, è semplicemente mutata, se poi sia mutata in un ceppo malarico ancora più pericoloso lo possono dire solo i prossimi mesi.
AL FESTIVAL:
VENERDI 2 MARZO
H 18
INCONTRO
LA QUARTA NECESSITÀ
POVERA PATRIA
MELBOOKSTORE
CON MASSIMO GIACON
INTERVIENE ALBERTO SEBASTIANI