Grazia Nidasio: questo grande Amore

Grazia Nidasio: questo grande Amore

Questo grande amore

Una citazione così smaccata della mostra di BilBOlbul 2011 può forse sembrare poco originale… ma come si fa a non amare Grazia Nidasio?

La più grande fumettista italiana di tutti i tempi (e non è un’esagerazione!), l’illustratrice che accompagna l’immaginario italiano da sessant’anni (dal Corriere dei Piccoli alle copertine per Salani, EL e Mondadori), l’osservatrice di costume acuta e di ormai raro buon senso (con le vignette della Stefi ogni martedì sul Corriere della Sera e perfino in una serie animata alla tv), l’appassionata educatrice delle coscienze incapace di annoiare (con la sua rilettura dell’Orlando furioso e una mostra multilingue ancora con la Stefi), la raffinata narratrice capace di ammaliare perfino in un spot pubblicitario (inventando il Piccolo Mugnaio Bianco perennemente innamorato della sua Clementina)… Questa autentica forza della natura, sana e tonificante, il 9 febbraio compie ottant’anni, ma dal vivo ne dimostra sessanta, al telefono quaranta e su carta ancora venti!

Così come avviene osservando le tavole originali delle più appassionanti e insolite storie d’amore che hanno segnato le cronache mondane degli ultimi due secoli – protagoniste con gli inediti grandi amori di Garibaldi della splendida esposizione bolognese (a trent’anni dalla prima apparizione a puntate su Amica) – ci si chiede come faccia a essere sempre così raffinata eppure così spietata, attenta e distaccata insieme, armata di vista acuta e cuore tollerante, piena di leggerezza ma dall’enorme peso specifico.

L’interessata in genere sminuisce le lodi sperticate con cortese modestia (meravigliosamente fuori moda), quasi una civetteria al contrario: in un’intervista ha risposto al sottoscritto che “In verità ho ben poco da dire anche normalmente rispetto alle domande che mi vengono poste”. Eppure si contano sulle dita di una mano gli autori italiani che possono vantare una carriera come la sua, che in oltre mezzo secolo non ha mai avuto – e chi la segue lo sa bene – né una caduta di tono né una sola tavola “tirata via”, in un lavoro immenso anche soltanto per estensione (“L’avverto: è impossibile radunare tutto quello che ho fatto: non lo so nemmeno io…”) e sempre pervaso da un’allegra ventata di freschezza, intelligenza e rispetto per il pubblico… compreso, somma bestemmia, quello televisivo.

Tiziano Sclavi ha scritto che quando ha visto le tavole originali del suo Dottor Oss “forse per la prima volta (o almeno per la seconda, dopo Little Nemo) ho capito quanto poteva essere grande il fumetto”, mentre Andrea Plazzi l’ha definita “un pezzo di storia del nostro costume e Valentina Mela Verde – per quanto ampiamente storicizzata – è la sua opera più rappresentativa per respiro, continuità e carica innovativa. Fumettisticamente, è un florilegio di inventiva e soluzioni originali, in anticipo di anni su Will Eisner, unico possibile paragone”.

Le recenti ristampe di cui è stata finalmente oggetto permettono ormai a chiunque di notare quanto siano appropriati certi nomi altisonanti (si potrebbe citare anche l’esempio eccelso per testi e disegni del Commissario Spada, opera però di due autori distinti), dimostrando quanti graphic novel settimanali potevano godere ad esempio i lettori delle Mele Verdi del “Corrierino”: non soltanto le avventure di ragazzi adolescenti fuori e dentro le proprie famiglie e la vita di tutti i giorni, ma anche il confronto continuo con la scuola, la vita interiore e quella dell’Italia che cambia, i continui stimoli sul creare un club, fare teatro, organizzare un giornale… Non a caso, ha notato l’autrice sulla sorella maggiore della Stefi, “quando incominciò era nata da poco la Apple Records dei Beatles e Valentina si chiuse proprio quando nasceva il primo Apple Computer laggiù, nella Silicon Valley”. Il successo fu inaudito, con lettori significativamente unisex (come e più di Dylan Dog, unico caso simile almeno in parte nelle proporzioni, oltre dieci anni dopo).

Ammirando da sempre il suo stile umano e professionale, sappiamo che Grazia Nidasio ama poco guardarsi alle spalle (“Non ricordo mai il passato con affetto: non conosco la dimensione del rimpianto. Mi interessa solo il futuro e ci vado a capofitto”, ha dichiarato nel 2008). Crediamo però che il sentito omaggio in occasione di questa edizione di BilBOlbul le sia dovuto, ed è ancora poco. Gli spettatori se ne accorgeranno.

Loris Cantarelli
http://illustrautori.blogspot.com


La mostra
Grazia Nidasio – Questi Grandi Amori
presso la Biblioteca di Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale
sarà aperta al pubblico dal 4 al 31 marzo.
Inaugurazione e incontro il 4 marzo alle ore 18,30.
archivio.bilbolbul.net/it/grazia_nidasio

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