Il dovere della memoria: incontro con Igort
Nell’incontro moderato da Alberto Sebastiani, Igort trasmette ai lettori la profonda sorpresa, l’inquietudine, l’orrore che ha scoperto nel viaggio intrapreso in Russia, Ucraina, Serbia. Storia dimenticate, nascoste e negate.
Il pretesto è partito dall’assassinio della giornalista Anna Politkovskaia, si è sviluppato attraverso delle tavole, pubblicate sul suo blog, ispirate dai dossier della polizia segreta sul genocidio ucraino, tutt’ora non riconosciuto . Per questo, ha sentito il dovere, il bisogno di vedere coi suoi occhi i luoghi, parlare con le persone: per la prima volta, si è trovato storie che gli piombavano addosso, senza bisogno di cercarle.
Un viaggio non senza momenti difficili, dalle accuse di spionaggio in Ucraina alla paura di esser scambiato per giornalista in Russia, un mestiere ancora pericoloso se non asservito al potere.
Ecco che in lui è nato il bisogno di fare un libro su quanto ha visto, ascoltato: non tanto per dare giudizi sul comunismo e sul suo significato, ma per esercitare un sacrosando dovere dell’uomo, la memoria. Ed ecco che fare fumetti permette, rispetto al giornalismo, di raccontare l’animo umano.
Un libro difficile, sia nella gestazione (tanto che alcune tavole proiettate al pubblico non corrisponderanno a quelle del libro (in due volumi) che verrà; un libro che qualcuno gli ha pure sconsigliato di scrivere, ma che gli editori francesi e italiani hanno accettato praticamente a scatola chiusa, tanto che Igort arriva ad affermare che siano gli attenti spettatori dell’incontro a saperne più degli stessi editori.
Le tavole mostrate segnano un nuovo scarto nella tecnica dell’autore, un segno diverso da quello abituale, ma potente, dettagliato, viscerale.